ossiaMontepagano, era ridotto a frazione di appena 600 abitanti. Altre volte finalmente la situazione amministrativa è rimasta immutata, ma di fatto i centri nuovi hanno assunto già importanza maggiore dei centri vecchi: che è il caso, t~nto per fare un solo esempio, di Marina di Sellia rispetto a Sellia (prov. di Catanzaro). . Gli indici che traducono forse con maggiore forza questo rinnovarnento degli insediamenti meridionali sono però quell1i relativi alla percentuale tendenzialmente crescente di popolazione sparsa vivente nelle nostre regioni e quelli relativi allo sviluppo dei 1 centri maggiori: attraverso essi si va facendo sempre più distinta l'immagine di un nuovo Mezzogiorno, in cui una rinnovata e ,moderna vita agricola si accompagna all'impianto di una struttura civile di industrie e di commerci che o non aveva precedenti o ne aveva scarsi e radi. Sforzo di adeguamento· e di miglioramento del rapporto uomo-ambiente, redistribuzione della popolazione al iivello regionale come a quello comunale: tutta la vicenda demografi,ca meridionale degli ultimi cento anni testimonia della profonda vitalità delle popolazioni del Mezzogiorno, della loro capacità dì superare, datane l'occasione, le remore frapposte alla loro ·espansione dall'immobilismo, dall'isolamento e dalla depressione di una secolare arretratezza civile. Tuttavia, il bilancio demografico meridionale è ben lungi dal potersi considerare giunto ad un punto di equilibrio fra le varie voci che lo compongono. Il dato principale è tuttora costituì~ to dall'incapacità della strut~ra economico-produttiva ad assorbire, nonchè totalmente, almeno nella parte maggiore l'incremento naturale della popolazione, che si traduce ad ogni nuovo anno in nuove e più folte schiere di giovani da occupare. Da questo dato fondamentale discende, per via diretta o indiretta, tutta la serie degli altri dati in cui si esprime la persistenza della depressione meridionale: dalil'alta mortalità infantile alle basse cifre e alle antiquate voci di composizione dei redditi individuali. Lo stesso incremento naturale del Mezzogiorno, ad esempio, non si può considerare alto ed eccessivo se non in relazione a questa insuffi-cienzadell'economia delle nostre regioni. Considerato a sè, tale incremento non si può, forse, considerare eccessivo; per lo meno esso è .appena superiore a quello medio [92] Biblioteca Gino Bianco
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