Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

poli venivano intanto crescendo a nuova vita due vaste zone agricolie: l'una . già fiorente da tempo, e cioè l'antica Campania Felice, fra il Sarno e il Volturno; l'altra di recente o recentissimo acquisto alla coltivazione e al progresso agrario, e cioè la piana fra Salerno ed Agropoli. Bd erano appunto i progressi di queste due zone a compensare il, lento ritmo contemporaneamente registrato nell'aumento assoluto della popolazione nelle vaste zone del Cilento, dell'Irpinia e del Sannio, più vicine per le loro condizioni economiche e demografiche alile attigue e 1nontuose terre d'Abruzzi e di Basilicata anzichè alle marine campane. E qui cade acconcio di osservare che la circoscrizione regionale - presa finora a termine dei nostri riferimenti - è in realtà troppo vasta ed eterogenea nella sua composizione per dare una esatta idea di tutte le variazioni intervenute nel ritmo di sviluppo delle varie zone in cui si articola il Mezzogiorno. Abbiamo già avuto occasione di segnalGre entro le singole regioni qualcuna di. queste zone. Aggiungiamo qui che anche in una regione come gli Abruzzi, in cui la perdita di importanza rispetto al restante Mezzogiorno è stata più egualmente diffusa, tuttavia il Fucino e ancor più la zona litoranea della provincia di Teramo e la bassa valle del· Pescara. hanno registrato aumenti di popolazione veramente notevoli. Così pure in Calabria Crotone, la conca di Cosenza, il litorale tirrenico del Cosentino, il Vibonese etc. hanno largamente superato le medie regionali di incremento assoluto della popolazione. In sostanza, l'intero Meridione si può dividere nei riguardi dell'incremento assoluto della popolazione in quattro zone che osserva11011ncomportamento alquanto diverso: I) una zona interna, montana che tende a spopolarsi e a perdere quindi di densità; II) una zona, anch'essa quasi del tutto interna, montana o colliinare, in cui il ritmo dell'aume11todi popolazione resta alquanto al di sotto della media meridionale; III) una zona più vasta, per lo più di collina e di pianura, interna e litoranea, in c11ii~ ritmo dell'incremento assoluto si mantiene pi Ùo meno sulla media meridionale; IV) una serie di zone discontinue, per lo più litoranee e di pianura, in cui invece gli incrementi sono molto più alti della media meridionale. Ma il processo di ridimensionamento degli insediamenti meridionali non ha riguardato soltanto quelle più vaste unità alle quali abbiamo accen- [90] Biblioteca Gino Bianco )

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==