coltura nelle zone contermini a sollecitare il rapido ed imponente sviluppo del capoluogo, nonchè di altri centri della regione. Negli A-bruzzi, invece, la crisi relativa del popolamento è stata in diretta connessione con la crisi della tradizionale economia pastorale della regione. A mano a mano che l:e piane di Puglia, sede tradizionale di svernamento per la transumanza abruzzese, venivano conquistate alle attuali fiorenti attività agricole, i centri montani d'A1 bruzzo perdevano la loro maggior fonte di vita. La bonifica del Fucino non era di portata tale da poter compensare tanta perdita, nè lo era lo sfruttamento industriale delle abbondanti acque della regione. In Basil:icataed in Calabria agì una dinamica più elementare: qui il numero crescente delle braccia da occupare e delle bocche da sfamare urtò ben presto contro l'ingratitudine di una terra ·per lo ·più difficile e avara, ed anche contro la grettezza di un ceto di proprietari meno attivo ed intrap·rendente. Non per nulla furono queste, con gli Abruzzi, le regioni di maggiore emigrazione. In Calabria, tuttavia, la eccezionale compressione dei consumi ha potuto far sì 1 che negl1iultimi decenni, esauritesi le possibilità di grandi emigrazioni, la regione si congestionasse ancora inverosimilmente e riacquistasse quasi del tutto il ·peso percentuale che essa aveva sulla popolazione meridionale nel 1861. Vicende assai più complesse subì la Campania, dove la crisi di povertà e di sovrappopolamento comune a tutto il Meridione, ha interferito e si è complicata con la crisi della ex-capitale del Reame meridionale. La regione si è potuta mantenere al suo vecchio livello di importanza relativa rispetto alla popolazione meridional,e, ma caratterizzata da elementi del tutto nuovi. La formazione dello stato unitario ha gradualmente dirottato le vecchie relazioni con le antiche provincie e ha tolto alla ex-capitale la possibilità di continuare a svolgere la sua funzione di enorme testa sovrastante ad un gracile corpo, circoscriv-endone la forza di attrazione in un perimetro molto più ristretto di quello antico. Con ciò, però, il rapporto fra Napoli e le zone ad essa legate ha guadagnato in organicità e in intensità quel che veniva perdendo in estensione. Purtroppo, a questo processo di ridimensionamento della sfera. d'influenza napoletana non si è accompagnato che in misura assai parziale la trasformazione della ex--capit~lein moderna città industriale; ed è questo fattore negativo a rendere tuttora instabile la posizione di Napoli -rispetto al più vicino e al, meno vicino Meridione. Afle spalle di Na- [89] Biblioteca Gino Bianco
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