IRI, ENI e Mezzogiorno di Francesco Compagna I Con la divulgazione dei piani quadriennali dell'IRI e dell'ENI, le buone intenzioni - proclamate ai quattr.o venti - sul « secondo tempo>> della politic·a meridionalistica, sulla fedeltà alle direttive del piano Vanoni, sull'impegno sociale del « Ministero di centro-sinistra>>, tutte queste buone intenzioni sono sembrate smentite dai fatti, dal disegno, che i piani dell'IRI e dell'ENI sembravano rivelare, di non mantenere l'impegno rappresentato dal famoso emendamento Cortese all'art. 2 della legge di proroga· della Cassa per il Mezzogiorno: l'impegno, cioè, di localizzare nel Mezzogiorno il 40 % degli investimenti complessivi dell'IRI e dell'ENI. Quasi che, dagli uffici dell'IRI e dell'ENI, si fosse voluto, riuscendovi, trovare il modo migliore per soccorrere la propaganda dei comunisti, i quali erano sempre andati per le piazze a gridare che un tale impegno non sarebbe stato • mai mantenuto. Se è vero infatti che in ·base alla Legge per il « rilancio >>della Cassa (luglio 1957) l'IRI e l'ENI risultano impegnati a localizzare nel Mezzogiorno una parte dei loro investimenti, e precisamente quella parte di essi che, quantitativamente e qualitativamente, si ritiene proporzionale allo sforzo necessario per conseguire gli obiettivi segnati dal piano decennale per · l'espansione dell'occupazione e del reddito, è anche ver.o che il primo anno in cui la Legge avreb·be dovuto essere applicata (1958) è già alle nostre spalle. Ed è vero sopratutto che ora, per il quadriennio 1959-'62, l'IRI e l'ENI hanno presentato - e allegato in ~ppendice alla relazione dell'on. Biasutti sullo stato di previsione del Ministero delle Partecipazioni Statali - piani di investimento che non tengono alcun conto dell'impegno a localiz- [7] Biblioteca Gino Bianco
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