Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

residente si potesse disporre anche per il 1951 dei dati relativi alla pop~ !azione presente. Il significato di questi dati è comunemente chiaro (7 ). Nonostante che la propensione ad emigrare in altre regioni d'Italia permanga nelle regioni centro-settentrionali sensibilmente più viva che in quelle meridionali, legate a lungo piuttosto all'emigrazione all'estero, i meridionali si trasferiscono sempre più numerosi nel Centro- Nord del Paese, mentre altrettanto non accade per i trasferimenti di settentrionali in Italia meridionale. La logica conseguenza è che la popolazione meridionale tende a divenire sempre più omogenea nella sua composizione, mentre la popolazione centro-settentrionale tende a diventare sempre più eterogenea. Di tali più stretti legami che si vanno stringendo fra le varie parti del' Paese è diretta conseguenza, inoltre, la sempre crescente consistenza delle migrazioni interne, che al principio del secolo interessava in media circa 600 mila persone all'anno, e che in questo dopoguerra interessano invece un numero poco meno che. doppio di persone. Secondo quanto abbiamo premesso le migrazioni interne presentano per quanto riguarda il Mezzogiorno continentale un saldo costantemente e crescentemente negativo, a partire fin da poco dopo della prima guerra mondiale. In precedenza, infatti, si era determinata per le regioni meridionali, secondo ogni apparenza, un lieve attivo nel movimento migratorio interregionale, dovuto probabilmente alla misura eccessiva raggiunta dall'emigrazione all'estero nelae stesse regioni; eccesso che avrà potuto provocare un qualche lieve afflusso da regioni extra-meridionali. Nel triennio 1936-38, e cioè a dire alla vigilia della seconda guerra mondial·e, il saldo negativo del movimento migratorio con le altre regioni del Pavese aveva raggiunto, per le regioni meri- -dionali complessivamente considerate, una media annua di 16.153 unità; salendo poi ad una media annua di 28.290 unità nel triennio post-bellico 1947-49,a 27.065 unità nel 1950 e, infine, a ben 54.045 unità nell'anno dell'ultimo censimento. ' ( 7 ) Una valutazione dei dati e del significato delle migrazioni interne in R. BENINI, Le demografia etc., cit., p. 18 segg.; e per il periodo più recente, in Informazioni Svimez, 9 (1956), n. 50, p. 1061 segg. [64] Biblioteca Gino Bianco

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