Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

) In tutta Italia, invece, le percentuali corrispondenti erano del 20,7 e del 42,4%. Ciò indica in effetti un notevole allungamento della durata della vita, in Italia più notevole ancora però di quanto lo sia stato nel Meridione. Se ora veniamo alle cause di morte, .ci si affacciano constatazioni non meno interessanti. Al prin.cipio di questo secolo, dopo le malattie di cuore, che rappresentavano la principale causa di morte (172,5 casi per ogni 100.000 abitanti), ·seguivano la tubercolosi delle vie respiratorie (78,7 ·casi) e la malaria (78,4 casi, sempre per ogni 100.000 a1 b.); poi ancora tifo e paratifo (45,7 casi), tumori maligni (35,4 casi), altre malattie tubercolari (33,9 casi), morbillo (31,7 casi) e tosse convulsa (13,9 casi). Cause violente e accidentali provocavano decessi nella misura di 34,3 casi per ogni 100.000 ab.; scarsissima l'infl1 .uenza delle intossicazioni di natura alcoolica (0,8 casi); e scarso anche il peso degli assassini (5,5 casi) e dei suicidi (3,5 casi). 'f ralasciando le Isole, che presentano un quadro più o meno simile a quello del Mezzo. giorno continentale, le differenze rispetto alle parti settentrionali del Paese erano date: a) da indici molto minori nel Meridione per la tubercolosi delle vie respiratorie, i tumori maligni e la tosse convulsa; b) da indici poco ' minori nel Meridione per le malattie del cuore; e) da indici superiori nel Meridione per ìl tifo e paratifo, per il morbillo e per la malaria .. Caratteristica era, infine, la inferiorità degli indici meridionali per le intossicazio11i di natura alcoolica e per i sucidi, alla quale si contrapponeva la loro superiorità per quanto riguardava gli assassin1 (cfr. per tutto ciò la tab. 7). Mezzo secolo dopo tutte queste cause di morte apparivano in forte decrescenza: addirittura quasi scon1parsa la malaria.. Rimaneva però quasi invariata la percentuale dei suicidi e si era accresciuta quella dei tumori maligni. Q·uesti ultimi due fel)omeni si erano verificati anche nel CentroNord, dove peraltro si era avuta anche una ulteriore diffusione delle maìattie del cuore ed era rimasta anche invariata o quasi l'incidenza delle cause violente e accidentali. Un quadro, dunque, nel complesso, e particolarmente nel Mezzogiorno, assai positivo del miglioramento igienicosanitario della nazione (cfr. ancora la tab. 7). Abbiamo già accennato all'importanza assunta dal movimento emigratorio nelle vicende demografiche del Mezzogiorno. Se ora vogliamo dare espressione numerica a questa affermazione, dobb,iamo partire da [58] . Biblioteca Gino Bianco ..

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