a ridursi, finchè nell'ultimo ventennio del periodo che ci interessa veniva1:10 a fissarsi su una media del 7 per mille rispetto al numero degli abitanti (media sempre lievemente più alta di quella italiana). Inoltre, si è avuto in tutto il corso del nostro periodo un lieve aumento dell'età media degli 5posi al primo matrimonio: anni 26,55 per i celibi e 23,21 per le nubili nel biennio 1913-14 (in Italia rispettivamente anni 27,41 e 23,64); e invece anni 27,61 per i celibi e 24,39 per le nubili nel 1950 (in Italia rispettivamente anni 28,77 e 24,97). Ultimo fattore della riduzione della natalità è stata, infine, la contrazione della fecondità generale della popolazione femminile: i nati legittimi per mille donne coniugate in età da 15 a 44 anni furono, ad es., nel Meridione 297 nel decennio 1886-75(290 in Italia) e 241 nel triennio 1935-37(179 in Italia). Riepilogando, dunque, i fattori dell'abbassamento della natalità sono stati i seguenti: accrescimento proporzionale della popolazione in età non feconda, lieve riduzione della nuzialità, lieve aumento dell'età di contrazione del matrimonio, riduzione della fecondità generale. Nel Meridione tutti questi fattori si sono verificati in misura inferiore alle medie nazionali, tranne, come vedremo, il primo. La più alta natalità meridionale rispetto a quella nazionale è spiegata appunto dal persistere di una nuzialità e di una fecondità più alte, congiunte ad un lieve anticipo dell'età in cui si contrae matrimonio; ed essa assume maggior valore sia per il contemporaneo maggior aumento relativo verificatosi nel Mezzogiorno continentale della popolazione in età non feconda, sia per l'incidenza del fenomeno emigratorio, quivi più diffuso e definitivo, sulla popolazione in età feconda, specialmente maschile. Quanto alla mortalità, va notato, innanzitutto, il progressivo e notevole declino della mortalità infantile. Laddove nel trie1mio 1900-1902 il 44,6% dei decessi riguardava i bambini da zero a quattro anni, tale percentuale era scesa al 28,29°/4 nell'anno 1950. La positività del fatto è tuttavia attutita dalla considerazione che contemporaneamente le analoghe percentuali italiane sce11devanodal 41,8 al 16,6%; e che nella parte centrosettentrionale del Paese si scendeva addirittura dal 39,0 al 10,0%~ Altro • fatto caratteristico della mortalità considerata per gruppi di età è stato l'aumento dei decessi all'altro capo della scala delle età. I decessi di persone in età da 70 anni in sù rappresentavano, infatti, nel Meridione il 21,6% del totale dei decessi nel triennio 1900-1902 ed il 36,0% nel 1950. [57} Biblioteca Gino Bianco
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