Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

1 mortalità esso fa registrare un incremento quasi nullo (appena 0,1 punti). Analogamente assai meno forte è ·la controspinta del quadriennio postbellico i946-49 in fatto di natalità: questa, infatti, pur crescendo rispetto al quÌnquennio precedente, non riattinge più i livelli prebellici. Ma poichè il decremento· del quoziente di mortalità è intanto fortissimo (4,6 punti), , l'eccedenza dei nati vivi supera anche le medie altissime del quinquennio 1921-25. Infine, nel biennio 1950-51 la situazione torna ancora una volta a. normalizzarsi, e la natal.ità riprende a decrescere con ritmo più celere della mortalità (2,3 contro 1,7 punti). Rispetto ai quozienti nazionali (cfr. tab. 6), quelli meridionali presentano, da U!} lato, una compressione sensibilmente minore della natalità; dall'altro una compressione lievemente maggiore della mortalità. In conse- ... guenza di questi due fatti, mentre nel complesso del Paese l'eccedenza dei nati vivi sui morti ha registrato fra il 1881 ed il 1951 un leggero decremento, passando dal 10,7 per mille del quinquennio 1881-85 al 9,3 per mille del biennio 1950-51; nel. Mezzogiorno -continentale, invece, tale eccedenza appare i11forte incremento, essendo passata dal 10,8 per mille del 1881-85 al 16,3 per mille del 1950-51. Il fatto che, ciononostante, la popolazio1:1edel Meridione sia andata nel corso di questi anni diminuendo anzichè aumen- \ tando, in termini percentuali, sul totale della popolazione italiana (cfr. tab. 5), è un ennesimo elemento di rinvio all'importanza. assunta nelle nostre regioni dal movimento emigratorio. E a questo proposito è da notare che i quozienti di eccedenza dei nati vivi sui morti relativi al Meridione si mantengono fino a tutto il 1920 no11molto al di sopra di quelli nazionali, ed anzi scendono non di rado al di sotto di essi. È soltanto dopo quella data - ed in concomitanza app.unto con il venir meno delle grandi cor.. renti emigratorie - che gli scarti fra i quozienti meridionali e quelli nazionali si fanno, quasi di colpo, assai forti e tendono ad accrescersi ancor più. Dei q.ue fenomeni riscontrati - riduzione della natalità e riduzione della mortalità - il primo è da mettersi in relazione in primo luogo con l'accresciuta proporzione della popolazione in età non feconda: infanti e fanciulli da una parte, vecchi dall'altra, sul totale della popolazione. A ciò si è accompagnata nel settantennio 1881-1951 una lieve riduzione della nuzialità: nel Meridione i matrimoni, cl1e erano 9,6 per ogni mille abitanti nel 1881(8,1 in Italia), tendevano lentamente e quasi insensibilmente [56] Biblioteca Gino Bianco

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