tate a registrar.e con compiacimento il passaggio alle file marxiste di qualche « viaggiatore » tormentato della sinistra democratica. I piani ed i propositi di rinnovamento e di opera critica all'interno del partito o della ideologia comunista erano state vaghe e confuse parole senza volontà che le sostenesse. Il cc Contemporaneo » prima edizione è stato il giornale che ha attaccato il libro del Guiducci non già sotto il profilo teorico ma sotto quello della opportunità politica; che ha ospitato, all'indomani del rapporto Krusciov, il più incredibile degli articoli di Mario Alicata, in cui l'autore difendeva la propria cieca buonafede di comunista credente in Stalin e prometteva altrettanta fedeltà acritica al nuovo corso·; che ha condotto l'inchiesta più approssimativa e superficiale di quante le riviste italiane hanno condotto in questo dopoguerra sulla cultura italiana. L' équipe dirigente di questo giornale, gli Alicata, i Trombadori, i Natoli, appartenevano ed appartengono alla schiera dei fedelissimi, di coloro la cui coscienza non trema dinnanzi a nessun fatto che comprometta il partito o la fede, le cui capacità di credere nel dogma non hanno limite. Essi continuano a rimanere l'ossatura della rivista anche nella seconda edizione, quella « formato volume », che ha ripreso ad uscire nel maggio scorso. Questo nuovo « Contemporaneo » pone qualche problema: quello p. es. del significato del suo mutamento tipografico e del suo mutamento di formula con la limitazione degli argomenti della rivista quasi esclusivamente a quelli cc specialistici » di critica d'arte, di estetica, di letteratura. È evidente che la risposta ufficial,e data dalla rivista stessa a questi problemi, nel suo primo numero (Jnichiostri sul Co11,temporaneo pg. 52) e fondata sulle « difficoltà economiche » non può soddisfare. Non che le difficoltà economiche non esistessero al momento in cui vennero sospese le pubblicazioni del settimanale (riteniamo anzi che cc II Contemporaneo » fosse un cattivo affare per il Partito Comunista e che Io sarebbe stato obiettivamente anche per la più solida ed affermata impresa editoriale, ridotto, com'era, a non essere acquistato neppure dall'iscritto al Partito); ma queste difficoltà erano la conseguenza di una più grave situazione, dello squallore del giornale, della perdita di alcune delle migliori firme, avvenuta all'indomani dei fatti d'Ungheria, della inutilità della rivista anche come strumento di penetrazione presso le classi colte borghesi. Il confronto. con le riviste eretiche che incominciavano ad uscire verso gli inizi di quest'anno, con « Tempi Moderni », con cc Passato e Presente » era schiacciante, a sfavore de « Il Contemporaneo ». Come cosa - inutile venne, perciò messo da un canto senza che nessuno ne rimpiangesse la funzione. Le ragioni del nuovo « Contemporaneo» sono, dunque, altrove. Esso risponde indubbiamente a nuove esigenze: il gran parlare che vi si fa di Pollock, le poesie di Ikmet, l'accentuazione, per dirla in breve, degli argomenti cc specialistici » è bene indicativo della difficoltà che oggi incontrano gli intellettuali organici~ rimasti nel PCI a parlare delle cose che [44] Biblioteca Gino Bianco
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