Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

più illustri, non sfigurerebbe dinanzi al magistrale inizio di Gente in Aspromonte. Né è una rara perla per cultori di prosa d'arte. Non sono certo da dimenticare quegli interni delle case contadine con silenziosi gruppi umani illuminati dalla guizzante fiamma dei camini, di una evidenza, a tratti, michettiana; e ascoltanti storie antichissime, dove si parla di S. Pietro e di Gesù con una affettuosa umanizzazione, sì che i loro rapporti sembrano addirittura quelli fra Calandrino ed i suoi amici (v. pp. 63-64). Tuttavia non sempre questa assimilazione di una civiltà letteraria può dirsi compiuta; talvolta affiorano scopertamente le fonti ispiratrici, e saranno allora minuziose descrizioni di chiara derivazione ·veristica: « A ·sinistra del capezzale c'era un mobile in legno duro con borchie di ottone, fissate al muro, con quattro robustissimi arpioni di ferro. Sul piano del mobile c'erano una scatola di tabacco da fiuto in madreperla, due bicchieri e una caffettiera. Una dozzina di seggiole impagliate erano disposte in giro lungo le pareti coperte di vecchia carta di Francia a piccoli fiordalisi azzurn, striate da antiche macchie di umido » (pp. 55-56). Altra volta saranno illustri immagini ma riempite. da una nuova vita. La tenzone fra don Matteo e la sua dispettosa cavalcatura si chiude così: « Don Matteo divenuto all'improvviso allegro e inquieto si voltava più spesso a vedere se l'asino lo seguiva. A mano a mano che si avvicinava all'accampamento la frequenza del voltarsi era divenuta tale che ormai procedeva come un indovino dell'inferno dantesco» (p. 116). Poteva una simile dimensione letteraria permettere la nascita di una «narrativa» di !ovine, oltre che di un riuscito romanzo? Era cioè un nucleo poetico suscettibile di ulteriori proliferazioni? Di certo sappiamo solo che !ovine preferì abbando~arlo, e avvicinandosi nel tempo ai suoi contemporanei - Un impe,·o in provincia, Le terre del Sacramento - fu scrittore sempre più «impegnato»: ma l'impegno politico, nobilmente vissuto, spingendolo ad esser~ .sempre più immediato, più «vero», ad amare anche programmaticamente nei suoi libri i suoi compagni di .lotta, finì per rubargli la sua musa: la << finzione » della letteratura. ANTONIO p ALERMO Dir. Reep., F. Compagna• Segr. Retlu.: R. Cappa • Stampaa Arclaetipogra&adi Milano S.p.a • • Viale Umbria, 54 Spedlztone in abbonamento postale, Grnppo W • Pubblicazione antoriaza-.. • Printed in ltaly httl I diritti di proprietà letteraria ed artùtica riservati • I manoacritti anche ee non pubblicati non si reati~no. Biblioteca Gino Bianco

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