tutte che il Fernandez che pur si mostra molto informato sulle cose del nostro Paese ha compreso ben poco dei comunisti nostrani e della « .politica culturale » del PCI, fermo come è alle edificanti polemiche del 1945 fra Vittorini e gli intellettuali di Via delle Botteghe Oscure e al silenzio ossequioso osservato dal PCI alla morte del transfuga Cesare Pavese). Secondo il Fernandez la nuova letteratura si fonda su una nuova nozione del1 'uomo, su cui si è irn'perniata una <<cultura di base »: bisogna ricordarsi che in Italia, paese povero, la nozione dell'uomo non è e non può essere quella che è in Francia. In Francia l'uomo che interessa lo scrittore, l'uomo oggetto del romanzo è già l'uomo psicologico provvisto di una identità particolare, o l'uomo metafisico segnato da un destino eccezionale: in ogni caso è un uomo libero dalla sua condizione immediata e bruta di essere umano. Egli dispone di una certa ricchezza interiore, quella ricchezza che giusta1nente fa l'oggetto della cultura occidentale classica (e corrisponde infatti alla ricchezza esteriore, al benessere, alla libertà materiale). In I tali a la parola <<uomo » tout t ourt ha il suo pieno significato letterario: e la cultura che si va instaurando in Italia, sotto l'influsso di qualche eccellente scrittore, non tende affatto a n1ettere in luce tipi nuovi di umanità, ma a scoprire il contenuto semplice e irrifiurabile di questa parola <<uomo>>. (V. pagg. 217 e 218). Non è nella descrizione di ambienti contadini, co1ne è accaduto per il Cristo si è jermato a Eboli di Levi o per i romanzi parapolitici di Silone, la vera sostanza di questa nuova cultura (Fernandez non parla soltanto di letteratura, n1a di << cultura >>; ed è questo uno dei suoi limiti, una delle sue generose illusioni), bensì <<in quella semplice esposizione delle condizioni economiche e sociali dell'umanità >>,in cui risiede il primo canone di questa nuova visione del mondo. Concepita come un superamento dialettico della cultura borghese classica, questa nuo- 'U!l t( cultura >> si sviluppa attraverso l'azione di esseri che non sono <<personaggi », di uon1ini che si distinguono unicamente per la loro oggettiva varietà d'essere, di creature condizionate dal loro stato sociale, di uon1ini e donne dagli istinti e dai sentimenti semplici e sinceri. Uno di questi sentin1enti-base sara per il Fernandez quello della <<offesa del n1ondo » che Elio Vittorini ha messo al centro del suo stile di <<documentario lirico >>; quel senso di rivolta non falsamente epico, ma umanamente vero e autentico che dà alle creature vittoriniane << la realtà umana pura, non alterata da alcuna sovrastruttura psicologica o filosofica >>. Altrove questa ricerca della purezza della condizione umana sarà reperibile dal Fernandez, sen1pre nella scia della nuova letteratura italiana, nelle opere di Pratolini, improntate anch'esse ad un marxismo generico, tutte volte a creare una figura di uomo che si pone all'antitesi dell'uomo epico di Zola e di Gorki, nella costruzione di un mondo toccato dalla grazia della gentilezza e della solidarietà. Così attraverso l'analisi precisa (e talora pedante) delle opere di Moravia, << lo scrittore che ha smascherato l'ipocrisia sessuale che regge i rapporti umani nella vecchia società borghese »; o di Pavese, · [124] Biblioteca Gino Bianco
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