DoMINIQUE FERNANDEZ: Le roman italien et la cr·ise de la coscience moderne, Parigi, Grasset, 1957. Legata fino al 1945 alle esperienze della letteratura francese, la narrativa italiana si è sviluppata nel dopoguerra in altre direzioni. Nello stesso momento che una parte di questa narrativa (la più interessante, forse, ma non certo la più positiva) cercava altre vie, diverse da quelle del decadentismo europeo fra le due guerre, la lezione del grande romanzo francese finiva di esercitare quell'influsso che per decenni ha condizionàto la letteratura italiana. Forse per questa ragione la critica francese ha sempre manifestato un interesse sincero e acuto verso la nuova narrativa italiana, facendo del neorealismo, in cui essa l'identifica tout court, l'oggetto di frequenti analisi. L'ultimo· saggista che si è occupato di questa corrente del romanzo italiano contemporaneo è Dominique Fernandez, un italianisant che conosce a fondo non solo la nostra letteratura, -ma anche la nostra storia recente, anche se resta ancorato saldamente alle sue tesi con una tale spontaneità e una tale forza di convinzione che spesso cade in peccato di mancanza di obiettività. RECENSIONI . . Formato da diversi saggi, di cui due ampi e particolar1nente ricchi (quello su Alberto Moravia e quello su Cesare Pavese), questo volume che arriva in tempo per cancellare la triste impressione suscitata dagli estemporanei giudizi di Revel sulla nostra letteratura, vuol essere l' analisi serrata e precisa del neorealismo letterario italiano e si articola su una serie di profili critici (Vittorini, Levi, Silone, Pratolini) e di osservazioni sulla nostra letteratura e sulla nostra società. Marxista, ma di un marxismo che si richiama continuamente alla estetica del Lukacs e per ciò stesso non rigorosamente chiuso nelle strettoie della precettistica, Fernandez vede nella nascita del neorealismo l'inizio della rinascenza delle lettere italiane; di una rinascenza che, afferma l'Autore, << ha profittato naturalmente dell'incredibile bassezza e della sciocchezza della maggior parte dei rappresentanti della cultura cattolica in Italia ... Nessun Mounier, nessun Bernanos, nessun Beguin nell'Italia di oggi, in cui i posti di con1battimento che certi intellettuali cattolici hanno occupato in Francia sono stati senza eccezione tenuti da comunisti o da simpatizzanti comunisti, o da liberali di sinistra » (sarà bene rilevare subito una volta per [123] Biblioteca Gino Bianco -
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