cipe senza scettro come nella nota redazionale di agosto ( « Ambiguità socialista ») ponevamo un problema ai nostri occhi ben più importa11te che la critica di Marx a Lassalle, su cui Basso non dà una risposta chiara. Egli afferma, bensì, di avere una posizione chiaramente distinta cosi dal neomassimalismo come dalla socialdemocrazia, ma non s'intende in che cosa consista questa cc via pacifica e democratica » così ideologicamente come politicamente. Quel che ci sembra (e ci è sembrato in passato) importante per la situazione generale italiana non è tanto che i due partiti socialisti si riunifichino, quanto che si chiariscano innanzi tutto ciascuno a se stesso, e che si chiarisca soprattutto il PSI; quel che ci sembra importante è che il socialismo italiano si faccia moderno. Ciò vuol dire innanzi tutto che si spieghi una volta per tutte cos'è effettivamente il PSI. Quando si dice, come ha fatto Nenni a Venezia e come sembra fare ancora oggi Basso, che esso non è nè · un partito massimalista nè un partito riformista, non si dice ancora nulla, - - poichè non è sufficiente annunciare quello che non si è, ma è necessario anche affermare con forza e chiarezza ciò che si è o si vuole essere. Ora il - PSI dovrebbe decidere appunto se è ancora un partito marxista-leninista, se è semplicemente un partito socialista e in che senso, o se non è nè l'una cosa nè l'altra: il che non è astratto ideologismo, ma politica concreta. E di ciò mi pare prova la stessa relazione che Nenni ha preparato per il prossimo congresso del partito, nella quale bene o male si riconosce che la formula varata a Venezia era buona per ogni contenuto e che il contenuto che v'è stato messo da allora ad oggi era tale da costringere il partito stesso all'immobilità. Perciò, quando Basso si proclama marxista, noi dobbiamo chiedergli se egli e i suoi compagni accettano il finalismo marxista, la concezione marxista della lotta politica, l'analisi marxista della lotta di classe; se hanno assimilato le esperienze economiche e sociali del secolo ventesimo, quelle new-dealistiche e laburistiche; se hanno scontato la smentita che lo sviluppo storico degli ultimi cinquant'anni ha dato a talune 1 previsioni di Marx. Quando si legge Il principe senza scettro o qualche altro scritto di Basso si sarebbe indotti a credere di sì; ma quando Basso continua a proclamarsi marxista, a sparlare di struttura e di sovrastrutture, di lotta di classe; quando egli continua a parlare del capitalismo come dell'orco della favola, quando esprime il suo dissenso radicale dalla relazione di Nenni e soprattutto quando si odono altre voci del coro del PSI, si dubita subito che quel processo di chiarificazione non sia avvenuto ancora. In secondo luogo· le ironie o gli attacchi pesanti che continuano a leggersi negli scritti di uomini del PSI contro il riformismo e gli « atteggiamenti sociàldemocratici » paiono un'ulteriore prova del fatto che non v'è chiarezza di idee nel Partito Socialista Itali~no. In realtà i socialisti tributano omaggi da comizio ai loro eroi del passato - si chiamino essi Matteotti, Buozzi o Turati - ma non hanno, o non mostrano di avere, idee molto [119] Biblioteca Gino Bianco
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