dire marxisti « senza accettare la concezione che Marx aveva della società, ' senza accettare la concezione del rapporto tra struttura economica e sovrastrutture ideologiche e politiche, senza accettare la irreversibilità della legge dell'impoverimento progressivo »; e aggiungiamo che è stata la lotta politica a dominare le ferree leggi dell'economia invece di esserne dominata e a creare una cc casa » in cui non funziona la legge di bronzo dei salari, in cui la previsione dell'impoverimento progressivo si è rivelata falsa, in cui il suffragio universale ha dato il potere effettivo ai gruppi non privilegiati. Ora Lelio Basso non fa verbo della concezione marxista della società e del rapporto tra struttur~ e sovrastrutture (accetta o no l'una e l'altra?), non commenta quello che è parso a tutti un capovolgimento delle previsioni dell'autore del Capitale, e si limita a dire che egli ha dimostrato che la tesi dell'impoverimento progressivo non è genuinamente marxista e a ricordarci che Marx, nelle glosse al programma di Gotha, aveva polemizzato contro la legge di bronzo dei salari formulata da Lassalle. Che negli scritti di l\tiarx non si trovi mai scritto: legge dell'impoverimento progressivo ... è un fatto; che essa sia implicita nelle posizioni marxiste è, però, cosa familiare a chiunque abbia letto il primo libro del Capitale. Non se ne serviva forse Karl Kautsky, il teorico più illustre del marxismo ortodosso del secolo scorso, per dimostrare l'erroneità di alcune prese di posizione del revisionista Bernstein? Parimenti che Marx abbia criticato la formulazione lassalliana della legge ,bronzea dei salari è un fatto: ma nessuno che conosca anche sommariamente la teoria economica marxista sa come l'autore del Capitale non aveva una posizione diversa e sa che egli riprendeva le formulazioni ricardiane in tema di massa dei salari e andava anche più in là. Si può anche considerare il marxismo come una sorta di metodologia e non come una dottrina: esso diventa allora come un attaccapanni a cui si può attaccare qualsiasi cappello; e dirsi marxisti diventa in questo caso solo un espediente propagandistico. 3) Basso, infine, adduce alcune citazioni di studiosi di diritto costituzionale per dimostrare di essere in buona coµipagnia nella presa di posizione contro la divisione dei poteri. A noi -, checché pensino Balladore-Pallieri, Lavagna, Burdeau e « altre decine di autori » - la divisione dei poteri continua a sembrare la formula-chiave del costituzionalismo ed una delle princi- . pali garanzie di un regime di libertà e di democrazia: a metterla in soffitta si giunge direttamente alla costituzione della Quinta Repubblica francese. Una sommaria informazione dello sviluppo costituzionale degli Stati Uniti, del solo paese, cioè, che abbia rigidan1ente applicato quel principio, mostra abbondantemente come Montesquieu avesse assai più ingegno di pensatore politico degli odierni redattori di manuali di diritto costituzionale. Non avevamo nessuna intenzione di dare a Lelio Basso una lezione di marxismo e non l'abbiamo ora; e se tra lui e noi qualcuno abbia avuto l'aria di impartir lezioni lasciamo giudicare ai lettori. Ma nel commento a Il prin- [118] Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==