della « legge bronzea del salario». E infine> senipre secondo l'autore della 11,ota,non si può essere marxisti se si accettano gli strumenti ·dt lotta della . democrazia borghese, perchè lo sviluppo della democrazia cc rovescia le fondamentali tesi del pensiero politico marxista ». Quali tesi? di quale marxismo? forse di un marxismo da operetta, comodo per la polemica degli antimarxisti, non certo del marxismo di Marx. Fu Marx che scrisse che il suffragio universale poteva essere trasformato da mezzo di inganno quale era stato sin allora in Francia, durante il Secondo Impero, in strumen,to di emancipazione del proletario; fu Marx che in Inghilterra impegnò tutte le forze dell'Internazionale nella grande agitazione per l'allargamento del. suf fragio fino agli operai, che portò alla riforma elettorale del 1867; fu Marx in- .fine che indicò come uno dei capisaldi della lotta delle masse la ·conquista delle libertà democratiche. E che questi mezzi potessero servire alla trasformazione della società in senso socialista, Marx e Engels hanno af /erniato ripetutamente. In proposito ho scritto parecchie volte, e an,cora quest'anno nel primo numero della mia rivista Problemi del Socialismo, con un saggio intitolato appunto Marxismo e democrazia. Di fronte quindi al problema dei rapporti fra la concezione marxista della lotta di classe e lo sviluppo della democrazia nella società borghese, non sono sprovveduto come crede l'autore della nota. Non per ignoranza, o· confusione mentale, o, tanto meno, per imbrogliare chicchessia,, io, che continuo nonostante tutte le belle prediche dei liberali sul superamento del marxismo, a confessarmi marxista in quest'anno di grazia 1958., mi confesso anche ferma mente fautore dei metodi democratici di lotta, pur sapendo che non si possono tracciare alla storia binari obbligati e che la scelta di un metodo piuttosto che di un altro non dipende dal beneplacito di una classe o di un partito. Il Principe senza scettro, il libro che ha suscitato la critica dell'annotatore., non è quindi un peccato contro il marxismo, non è un tentativo di escamotage, non riflette nessuna incertezza di scelta fra marxismo e democrazia, ma è un libro pensato da un marxista, che, -proprio in quanto marxista, è un democratico. E questo marxismo democratico non ha nulla a che fare con il riformismo, che è tutt'altra cosa: il riformismo, come i marxisti sanno, sign.ifica l'adesione del movimento operaio ai principi della società borghese, nel cui ambito aspira a conseguire riforme; il marxismo democratico, o il marx1~smo tout court, rappresenta invece la volontà di trasformare la stritttura della· società con metodo democratico, là ove te condizioni storiche e sociali lo consentano, E Marx ha spiegato che lo possono consentire solo dove il capitalismo abbia realizzato un alto grado di sviluppo. Con i migliori salttti mi abbia, caro Compagna, suo LELIO BASSO Milano, 6 ottobre 1958. [115] Biblioteca Gino Bianco
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