gua. Il calabrese non è un esemplare umano confinabile nella storia delle tradizioni popolari » (28 ). E noi vorremmo che queste parole e quelle di Alvaro fossero di monito a chi viaggia nel Meridione: si fermi pure di fronte alle colonne e alle rose dei templi, segua le tracce di antichi pellegrinaggi e di scorrerie disperate, salga ai castelli diruti, ai paesi abbandonati e deserti, rimpianga, se crede, l'epica dei briganti-contadini, ma non dimentichi, e neanche lo finga, che « sui sentieri non si torna indietro ». ATANASIO Mozz1LLO (28) In « Capire la Calabria» p. 108 ss. [112] BibliotecaGino Bianco
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