tivi della ragione su quelli più vagamente sentimentali e fantastici. L'es_perienza di Giorgio Caproni ci sembra, in questo senso, la più espressiva: « ... certo, ad abbandonarsi alle forti suggestioni del luogo... dove la giovanetta bruna con la rossa cannata in testa spicca come un'opera d'arte, davvero c'è da domandarsi se, dopotutto, questa civiltà ancor ferma all'epoca precristiana ... non sia così perfetta e conclusa in sé da dover temere, piuttosto che desiderare una riforma ... )). Per un momento sembra c4e egli si lasci prendere da un fascino paganeggiante e conservatore di favole, sorta di stupore meridiano, disposizione a serbare intatte figure ed istituzioni di un mondo che lo circonda e lo assale nei lati più vulnerabili d~lla sua vocazione al lirismo; ma infine è proprio questa, a fargli sentire falso e. arcadico un siffatto atteggiamento : <<••• senonchè, per cedere del tutto a tale morgana, bisognerebbe essere così oppiati e italianamente letterati da dimenticare che anche Esperia vive nel nostro secolo... e che appunto per questo l'anacronismo sta proprio lì; nella perdurante presenza, così suggestiva, di quella ragazza con la cannata in testa... Sta insomm.a nella sosta cui quella civiltà è stata costretta per secoli, col rischio molto forte di far dell'intero Mezzogiorno, per vizio o tortuosi interessi, un grande parco di Indiani, delizia dei turisti e degli esteti e dei profittatori .. >>. D'altra parte, e sono ancora tutte le « Lettere >) a confermarlo, non c'è più nessuno che creda o indugi nella contemplazione incantata di una società << priva di coscienza individuale>>, « dove tutto è legato da influenze reciproche, dove ogni cosa è un potere che agisce insensibilmente, dove non esistano limiti che non siano rotti da un influsso magico>), di uomini che « ... vivono immersi in un mondo che si continua senza determinazioni, dove l'uomo non si distingue dal suo sole, dalla sua bestia, dalla sua malaria; dove non possono esistere la felicità ... nè la speranza ... ma la cupa passività di una natura dolorosa>>. (Levi, Cri.sto si è fermato ad Eboli). Mentre la creazione dottrinaria di una civiltà indigena e rurale mostra la sua inconsistenza, ciò che ancora restava delle arcaiche strutture contadine, del mondo contadino tradizionale, valido soltanto a sottolineare e spesso ad esasperare un'antitesi con ~a volontà le convinzioni e la speranza del nostro tempo, oggi si trasforma o sparisce: il linguaggio di chi vuole operare in queste terre per ricondurle ai valori della convivenza [109] Biblioteca Gino ■ 1anco
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