Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

zione anacronistica, vengono condivise da ognuno che si mostri attento ai problemi della Regione che sono poi quelli comuni a tutte le terre a sud ·del Garigliano. « In senso molto più ampio - osservava Giuseppe lsnardi nella s~a introduzione al numero speciale de " Il Ponte "' dedicato alla Calabria - è il problema di un'emersione totale, sicura, da tutto un mondo. antico e venerabile, sì, ed anche per molti lati bello ed interessante, ma ormai anacronistico, di mentalità e di costume, che tiene la Regione ancora come imprigionata e male espressiva delle sue migliori, innate qualità organizzatrici ».. È proprio qui che il conflitto tra la ragione ed i motivi nostalgici diviene più acuto, e superarlo è sempre più faticoso, lasciando da parte il ripensamento doloroso di ciò ch•emuta e si trasforma, e il tempo e il progresso cancellano. Ed è, codesta, disposizione comune a tanti degli scrittori meridionali : Alvaro come Branca ti ( 22 ), J ovine della << Signora_ Ava», e, tra i· più giovani, Prisco e lo stesso Scotellaro: attaccamento e dedizione struggente ad una dolce provincia poetica, ricerca di un tempo disteso, di una stagione felice ed irripetibile. Ed è perciò che certe pagine le quali più delle altre sembrano cedere alla « risacca di memorie>>, proprio in virtù di questo interno travaglio, spesso finiscono per ri solversi in quell' oscuro rimorso sociale » che spinge ad abbandonare i richiami del mito· e dell'infanzia lontana, per una partecipazione umana più intensa e sollecita ad una missione di scrittore intesa come presenza o perante nel tempo e rigorosa milizia civile. . Tutto questo, dicevamo, nelle tante tappe del « Viaggio >> di Alvaro e nelle testimonianze raccolte da Falqui. E, del resto, l'antitesi cui si accennava non è frutto delle. più recenti prove letterarie, ma si ritrova, e sovente, in molti tra gli scrittori calabresi del secolo scorso : cos ì, tanto per limitarci al nome più significativo, mentre Vincenzo Padula denunciava le strutture feudali della società calabrese, non di rado si s orprendeva a rievocarne, con malcelato compiacimento, gli aspetti più su ggestivi anche se i più consueti alla tematica del tardo romanticismo ( 23 ). (22) E per Brancati vedi le pagine di Nello Ajello, in Nord e Sud n. 12 (NoY. 1955). (23) Atteggiamento, codesto, che solo in parte è studiato dal Muscetta nella sua introduzione a « Persone in Calabria». Vedi in part. p. 92 ss. [106] Biblioteca Gino Bianco

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