In realtà, nessuna delle tre opere meriterebbe per sè un lungo discorso; e non già per una scarsa rilevanza sul piano della saggistica meridionalistica, o almeno di quella parte di essa più condizionata ad una rielaborazione poetica del dato concreto, bensì per la necessità, ove fossero prese singolarmente, di non trasgredire i limiti di un giudizio estetico, lasciando da parte considerazioni e valutazioni più ampie di motivi etico-politici e dello stesso costume. << Capi.re la Calabri·a >> ( 7 ) è un generoso contributo alla conoscenza di una regione che, sino ad oggi, ha occupato un posto assai modesto nella geografia della narrativa italiana. E non perchè quest'assenza si spieghi con la mancanza di nomi, di interessi, sia pure di curiosità o di pretesti offerti da una terra tanto ricca di contrasti civiltà e consuetudini diverse: chè dalle Lettres di Paul Louis Courier, agli scritti del Padula e di Misasi, alle testimonianze del Lear, del Douglas, di Paul Bourget (8 ), sino alle pagine di Corrado Alvaro, di R.M. De Angelis, di Leonida Repaci e di Fortunato Seminara, la Regione ha sempre suscitato prepotente attrattiva, anche se· tradotta sovente, in immagini convenzionali~ improntate, quando ad un umbratile romanticismo, quando - invece - e più di recente, ad un intellettualis~o ricco di significati simbolici, prezioso per le suggestioni e lo stesso linguaggio (ed è proprio il caso, crediamo, di certi racconti del De Angelis, e - in un senso diverso, in una più compiuta dimensione p.oetica - dello stesso Alvaro). Ma, ed è questo che si voleva sottolineare, la Calabria, specie in questi ultimi anni, restava come estranea alle mappe su cui certi teorici della civiltà contadina anda-· . vano tracciando i confini di questo mondo remoto, le muraglie che avrebbero fermato il corso della storia, contrastato Machiavelli e Lutero, la Riforma e il Rinascimento. . Sembrava che Cristo avesse proseguito il suo viaggio lungo la strada dei Templi, sulla Piana di Pestum, per arrestarsi ai primi contrafforti (7) Il volume, che per la parte grafica è stato curato da Leonardo Sinisgalli e· Vieri Freccia, è diviso in tre parti; di cui la prima dedicata ad una scelta di prose· e di versi di autori calabresi (Padula, Misasi, Repaci, Alvaro, De Angelis, Semin ara, La Cava, etc), la seconda a testimonianza e saggi, la terza, infine, a saggi di scrit tori. stranieri (Lear, Bourget, Douglas e Berenson). (8) Su tutti cfr. G. Isnardi, << Stranieri e italiani in Calabria nell'800 e nel primo, 900 », in Il Ponte, · Sett., 1950, p. 1327 ss. [98] Biblioteca Gino Bianco •
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