Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

zare nelle regioni del Sud e nelle Isole quella percentuale di investimenti che era sembrata alla maggioranza del Parlamento il minimo indispensabile per assicurare un adeguato contributo delle aziende pub,bliche all'industrializzazione e per soddisfare le esigenze dello Schema Vanoni. Il Bilancio del Ministero delle Partecipazioni Statali, d'altra parte, è stato discussò durante l'agonia di Pio XII; mentre, cioè, l'attenzione dei comuni osservatori politici era tutta polarizzata su Castelgandolfo prima e sul Vaticano poi ed era quindi assai poco attenta a ciò che poteva avvenire nell'aula di Montecitorio (che peraltro troppo spesso viene disertata da moltissimi deputati, secondo il giudizio dei quali, sembra, le discussioni sui bilanci non presentano più alcun interesse). Certo, nel caso specifico, i giornali meridionali, direttamente interessati alla vicenda in questione, avrebbero potuto seguirne più attentamente lo sviluppo e non limitarsi a pubblicare acriticamente aridi ed ermetici comunicati o resoconti ufficiali; ma si tratta di giornali che, esaltandosi magari al verificarsi di una celebrazione del francobollo borbonico, non s.onomai tempestivi nel commento politico; e meno che mai lo sono quando si tratta di questioni che i giornalisti tradizionali considerano ancora oggi << materia per specialisti >>. Del resto, anche organi di stampa che per sensibilità politica si raccqmandano assai più dei giornali meridionali, e che potevano pure considerarsi direttamente interessati, politicamente se non territorialmente, agli investimenti delle aziende pubbliche nel Sud, non hanno commentato adeguatamente i piani quadriennali dell'IRI e dell'ENI, divenuti inaspettatamente pubblici il giorno stesso in cui si iniziava in Parlamento la discussione sul bilancio del Mini- . stero delle Partecipazioni Statali . . Nei confronti dell'impegno di localizzare il 40 % dei propri investimenti nel Sud, il comunicato ufficiale con cui il 17 ottobre si è reso pubblico il piano quadriennale dell'ENI risulta nella forma e nella sostanza quanto mai ambiguo. L'ENI destinerèbbe, infatti, al Mezzogiorno il 46 % dei suoi investimenti nel quadriennio. Questo, però, se si sommano gli investimenti previsti sia dal programma-base che dal programma aggiuntivo; perchè se invece si valutano soltanto gli investimenti previsti dal programmabase - e cioè gli investimenti che, se le parole hanno un senso, sono considerati prioritari rispetto a quelli del programma aggiuntivo - allora la percentuale degli investimenti che l'ENI localizzerà nel Sud scende [8] Biblioteca Gino Bianco

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