Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

Riferendosi in particolare alle cronache « giudiziarie >>del calcio italiano, Onesti esprimeva l'opinione che invece di medicamenti blandi fosse ormai indispensabile servirsi del « roncola tagliente del potatore>>. In precedenza, aveva notato sarcasticamente che la folle prodigalità dei dirigenti calcistici ci fa « ridere dietro da mezzo mondo, come i ricchi scem-i del calcio >> : violenza formale e sostanziale che nessuno conosceva al sorridente avvocato del Foro Italico e che, insieme con la discutibile scelta di tempo nell'intervento, scatenò u11a serie di congetture sui moventi dell'iniziativa. Era notorio che forti gruppi cattolici ed un gruppetto social-democratico (assai meno forte e documentato) intendevano da tempo muovere al1' assalto del C.O.N.I. : fu agevole dedurre dal colpo di scena anti-calcio che Onesti aveva giocato d'anticipo, scaricando sulla Federazione più squinternata ed esposta, tra quante ne controlla il suo Comitato, l'indignazione politico-popolare. Mossa abile che, in effetti, ha allontanato dal capo del Presidente olimpico i nembi della tempesta - nor1 sappiamo, naturalmente, fino a quando. Ma perchè la sua massiccia aggressione a Barassi fu definita intempestiva? In realtà, il Comitato Olimpico avrebbe avuto il diritto e il dovere di intervenire nelle faccende della Federcalcio molti anni prima ed in svariate occasioni. Per tacere delle altre, ai primi del mese di giugno 1957 la Giunta del C.O.N.I. aveva sottoscritto all'unanimità, salvo il voto del vice-presidente Bertolaja poi dimissionario, un progetto di riforma elaborato dalla Presidenza della Federcalcio sotto il nome di << 14 punti>>. Pochi mesi più tardi, la Presidenza della Federcalcio - so~to la spinta della Lega Nazionale, cioè dei grandi presidenti di società - si rimangiava la maggior parte dei 14 punti ottenendo z·z pieno consenso del C.O.N.l. Concessioni altrettanto gravi erano state fatte da Onesti all'ing. Barassi e ai suoi « padroni >> ancora poche settimane prima dell'intervista di agosto, quando C.O.N.I. e Lega si erano trovati d'accordo sull'opportunità di prolungare oltre ogni limite ragionevole l'attività con la ripresa della Coppa Italia, al solo intento di fronteggiare la concorrenza che l'Enalotto (bisca di ispirazione democristiana) poteva fare al Totocalcio (bisca di ispirazione olimpica). Come contropartita, la Lega Nazionale pretendeva a buon diritto una fetta più grossa della torta finanziaria, cioè una partecipazione maggiore ai proventi del Concorso Pronostici. In fondo, chi ci rlmetteva era soltanto il calciatore, costretto a giocare fino a metà luglio ·[84] Biblioteca Gino Bianco

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