Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

4. - La politica circense nel foot-ball creò i gladiatori: era inevitabile. I dirigenti che in nome di un presunto mecenatismo, si sèrvivano dello spettacolo sportivo per acquistar voti ed incrementare i propri affari, non potevano esercitare sui calciatori alcuna funzione educativa, nemmeno nel senso più tecnico della parola. Divismo, importazione di assi stranieri, adozione di tattiche opportunistiche sono altrettante conseguenze logiche della politica circense; così come a loro volta una pratica di altissimi premi, <li forti stipendi, di acquisti conclamati a suon di decine di milioni (per f3r colpo e non per far squadra), il culto del risultato, l'empirismo di una amministrazione condotta alla brava giorno per giorno non mancarono di riflettersi disastrosamente sulla consistenza patrimoniale delle società. Prive di una chiara definizione giuridica e quindi di legittimi controlli, esse finirono per accollarsi tutto il passivo di operazioni pazzesche (calciatori stranieri e poi italiani pagati fino a 150 milioni!), il cui « utile >> restava al di.tigente che « avallava >> le cambiali e si arrogava il merito del clamo- • roso acquisto. Pubblico ed autorità di governo non afferrarono la gravità della situazione fin quando essa non si palesò con una serie di mortificanti sconfitte della Nazionale e col peggioramento stilistico del gioco. Ciò è abba- .stanza naturale per quanto riguarda il pubblico, è molto grave per quanto riguarda le autorità - non escluse quelle del Comitato Olimpico, trincerate .dietro un astratto disprezzo per il professionismo sportivo che è viceversa la legge dell'agonismo moderno, nei paesi capitalistici come in quelli a• regime sovietico. Un primo scossone all'opinione pubblica venne dai campionati mondiali che si svolsero nel 1950 in Brasile: la tragedia di Superga (1949) ·che aveva distrutto la migliore squadra italiana, fu considerata a quell'epoca come un alibi sufficiente, e si passò oltre. Tre anni più tardi, l'inaugurazione del grandioso Stadio Olimpico di Roma (100 mila posti, 3 miliardi di spesa) coincise con una crudele sconfitta della ·Nazionale per mano dell'Ungheria: l'avvenimento fu sfruttato a dovere dagli oppositori socialcomunisti - noi stessi, allora militanti nel P.C.I., partecipammo alla campagna - e il Governo, messo in difficoltà, si decise .aq.un primo intervento tramite il sottosegretario alla Presidenza, onorevole Andreotti, che emanò il famoso « veto >> contro l'i11:1portazionedi calciatori stranieri. Senonchè Federazione e società erano ormai incallite, ci si passi la vol- ,[81] Biblioteca Gino· Bianco

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