Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

peso maggiore delle responsabilità sui dirigenti sociali, tenendo per fermo che i dirigenti federali sono colpevoli di debolezza o tutt'al più di piccoli intrallazzi, pressapoco sul tipo di quelli che hanno reso famosa la « macchietta>> del funzionario ministeriale. I corruttori hanno sempre un carattere più odioso dei presunti corrotti, se non altro perchè detengono il vero potere e ne abusano speculando sulle condizioni di bisogno del funzionario : è una verità lapalissiana. Si tenga presente, poi, che gran parte dei àirigenti federali uscivano necessariamente dai ranghi della F.I.G.C. fascista, a cominciare dall'ing. Barassi, e che pertanto recavano come irrecusabile retaggio una profonda sfiducia verso il regime democratico. Di fronte alle pressioni e alle prepotenze dei padroni del vapore - borsaneristi, mestatori, politicanti e più tardi i rinfrancati industriali di << allora», vecchi padroni - soltanto una salda coscienza democratica avrebbe consentito (e non so fino a che punto!) la resistenza. Al contrario, Barassi e i suoi collaboratori accettarono del nuovo regime soltanto la prassi trasformista, finendo per invischiarsi nell'intrigo delle urne, nel ricatto di piccoli e grandi elettori, nell'alchimia di ridicole combinazioni di corridoio. Andarono sprecate così anche l'intelligenza folgorante, la profonda competenza del Presidente che del resto stava subendo vicissitudini familiari e personali tanto poco liete da fargli perdere molto spesso il più elementare equilibrio. La barca andò così alla cleriva, nel vortice dei miliardi in cambiali e in schedine del Totocalcio, nell'illusoria euforia degli enormi stadi e delle folle vocianti. Avrebbero dovuto intervenire il Comitato Olimpico, ma attraversava anch'esso - abbandonato com'era dal Governo - una fase di penoso travaglio e per di più i suoi dirigenti si credevano autorizzati a disinteressarsi delle follie calcistiche in nome dei purissimi ideali del barone De Coubertin. Avrebbe potuto intervenire il Governo, ma s'è già detto come le gerarchie statali - in tutt'altre faccende affaccendate - ritenessero di non dover stanziare neppure un soldo per lo sport italiano, lasciando che esso si auto-sovvenzionasse con gli introiti del Concorso Pronostici. La stessa opposizione socialcomunista concentrava la propria difficile battaglia sul terreno politico e sindacale, troppo povera di quadri per poterne dirottare in campo sportivo, settore che del resto agli austeri « leaders >> delle Botteghe Oscure pareva troppo frivolo per estendervi la lotta di classe. [80] Biblioteca Gino Bianco

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