rapidamente per mancanza di ossigeno nell'ambiente circostante, che non è stato predisposto ad accoglierne gli effetti. Tutto questo fervore rischia in gran parte di andare perduto o inutilizzato, o di spegnersi rapidamente, se tutti i fenomeni non vengono collegati e armonizzati in un piano generale che integri le nuove forze di un territorio in un disegno, in uno sviluppo unitario. E questo è il risultato a cui conducono tutti gli esami, le riflessioni, i saggi sulla attuale situazione meridionale: la necessità di una pianificazione regionale, che, sempre iniziata, annunciata e promessa, non è mai andata oltre i primi annunci ufficiali e le prime velleità, fìnchè, con l'avvento dell'on. Togni al Ministero LL. PP., non è stata decisamente dimenticata, nella speranza che non se ne parlasse mai più. Infatti, soltanto una pianificazione regionale può dare all'Italia il volto di un paese moderno, ed attenuare lo squilibrio fra Nord e Sud. Ma purtroppo la pianificazione non è soltanto un fatto tecnico: essa comporta un tale impegno politico - con l'abbandono di ogni facile demagogia, improvvisazione, sottogoverno o clientelismo, con tin serio riordinamento e decentramento burocratico e amministrativo, con una decisa azione antiprotezionistica e antimonopolistica, e così via - che non abbiamo molte speranze di vederla seriamente impostare, almeno fìnchè dura al potere la vecchia classe dirigente meridionale. Perciò non resta che operare su scala locale, dov'è possibile, cercando di collegarla, con iniziative autonome, i fermenti che pullulano nella realtà meridionale odierna. Ciò è quanto abbiamo cercato di fare con lo studio del piano regolatore generale del comune di Montalbano J onico, predisponendo una struttura urbanistica su scala territoriale in cui possano trovare la sede e l'ambiente migliore i fenomeni che abbiamo descritto. È ora all'iniziativa locale che compete il rispetto e l'attuazione del piano: il futuro ci dirà non soltanto se essa ne avrà avuto la capacità, ma soprattutto se l'opera accentatrice e limitatrice della burocrazia << tutoria)>, e dell'Ente di Riforma, avra impedito o no che il piano si attui, lasciando che l'inevitabile sviluppo si disperda in futuro nelle spire di un ambiente disintegrato. E a questo punto il discorso, già troppo lungo, potrebbe ampliarsi fino alla ricerca di tutte le responsabilità; dalla mancanza di forze politiche capaci di sostenere una valida attività di pianificazione, alla mancanza di sensibilità delle organizzazioni sindacali di fronte a certe esigenze di iniziative locali, autonome, di fronte a impegni sociali ed economici come [72] Biblioteca Gino Bianco \
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