Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

prevista e non voluta, una nuova struttura agricolo-industriale va nascendo lo stesso, dove se ne presentano le condizioni favorevoli; ma alla base di essa non vi sarà una seria pianificazione, bensì l'eterno impulso della popolazione ad arrangiarsi, al di fuori e malgrado le limitazioni delle strutture, dei piani predisposti. Si è voluto che la popolazione fosse sparsa, e la popolazione tende ad accentrarsi; non si è voluto intraprendere uno sviluppo industriale, e le industrie nascono da sole; si è irriso a chi parlava clella necessità di prevedere nuovi centri abitati, quando non li si è temuti come opera del diavolo, ed in campagna nascono le città. In questi anni tutto il Mezzogiorno è in sempre più rapido movimento : città e paesi si espandono, si popolano le campagne, nascono nuovi centri, correnti migratorie si dirigono verso l'Italia settentrionale o all'estero, mentre nascono, prosperano (o falliscono) nuove iniziative. A quegli amministratori settentrionali che vedono con occhio preoccupato aumentare ogni giorno nel loro comune il numero degli immigrati provenienti dal Sud in cerca di lavoro, non potrà riuscire sgradito lo sviluppo di un area meridionale che si presenta come mèta di correnti migratorie provenienti dallo stesso Mezzogiorno. D'altra parte non è chi non veda l'utilità e i vantaggi che possono derivare dall'individuazione di aree di questo tipo, e la conseguente adozione di provvedimenti che ne incrementino e ne regolino le funzioni. E ciò non soltanto per quell'alleggerimento del flusso migratorio verso il Nord, a cui si è accennato, ma soprattutto per l'effetto propulsivo che esse possono avere rispetto a tutta l'economia dei territori circostanti e n1eridionali in genere. Siamo giunti al momento in cui i risultati delle trasformazioni, degli investimenti, d'ei provvedimenti locali o generali cominciano a rendersi evidenti; e, poichè tali effetti non sono stati programmati in anticipo, essi si presentano qua e là, a sorpresa, con manifestazioni discontinue, non collegate fra loro, spesso come brusche fiammate che tendono a consumarsi pers~ne che furono ritenute, un tempo, uomini di stuq.io, potrebbero stupire; ma in effetti non si tratta che di dense fumate di demagogia spicciola, dietro a cui celare le molte affrettate improvvisazioni e gli errori· che ne conseguono. Se poi si volessero meglio conoscere le ragioni sia delle improvvisazioni che degli errori si consulti l'acuto saggio di G. Baglieri: Una tela con troppi rammendi:, in «Comunità», n. 59. [71] Biblioteca Gino Bianco

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