Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

5. Uomini d1: poca fede. - Era facile prevedere fin dall'inizio che una profonda trasformazione qual'era quella che si andava prospettando con la Riforma Agraria avrebbe messo in movimento forze inarrestabili, che sarebbero andate bene oltre la semplicistica visione di una tranquilla camp3 gna frammentata in poderetti unifamiliari. Vi fu chi prospettò fin da allora la necessità di prevedere le strutture per l'affermazione di una economia agricolo-industriale integrata. Queste strutture avrebbero dovuto trovare in organismi di tipo urbano, vere città in campagna, i loro baricentri (4 ). Purtroppo, ~onostante gli entusiasmi ufficiali e la massiccia propa- ~ ganda ,i riformatori erano in realtà scettici sull'avvenire dell'opera intrapresa, sulle capacità trasformatrici delle tecniche moderne da essi usate, s11llainiziativa delle popolazioni una volta liberate dagli impacci sociali ed economici che le avevano tenute immobili per secoli. Si pensava che tutto avrebbe potuto risolversi in una gigantesca donazione di terre, dopo di che ciascuno si sarebbe appartato per zappare il proprio campicello. Coloro che prevede, 1ano per le campagne l'inizio di un inarrestabile processo e la nascita a breve scadenza di nuove strutture economiche e sociali; coloro che avevano fede nelle possibilità trasformatrici delle opere di riforma, e che ritenevano quindi opportuno predisporre l'ambiente con una preventiva pianificazione, venivano definiti « critici da cattedra o da tavoiino )>; e a chi faceva notare che il processo di sviluppo avrebbe portato inevitabilmente alla spontanea creazione di nuovi centri urbani veniva risposto : « Si è parlato da pochi sociologi, più poeti che sociologi, di comunità contadine, si è scoperto una civiltà contadina che esigeva il borgo, la vita associata, la città rurale. Lasciamo tali elucubrazioni a chi ha fatto dell'urbanistica una scienza attraverso la quale vuole risolvere tutti i problemi dell'economia e dell'umanità >> ( 5 ). Ciò nonostante, anche se non ( 4 ) Si veda ad esempio sul n. 5 di La città, Lecce, marzo 1953: F·ini e mezzi della Rz"forma Agraria. ( 5 ) Da una conferenza del Prof. Aldo Ramadoro, presidente dell'Ente Riforma di Puglia e Lucania, tenuta a Taranto il 18 febbraio 1956. Queste invettive contro la cultura moderna non sono infrequenti nei responsabili della politica meridionalista: lo stesso On. Fanfani, parlando agli amministratori democristiani convenuti a Roma il 22 luglio 1956, vantò il fatto che il suo partito non aveva dato al Mezzogiorno << saggi e scritti, ma opere feconde ». Affermazioni di questo genere, per bocca di [70] Biblioteca Gino Bianco

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