Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

ora è lo Stato che finanzia attraverso gli Enti di Riforma l'opera di trasformazione, dà i mezzi per l'acquisto del bestiame, del concime, delle sementi, delle macchine agricole, in vista di un futuro riequilibrio nei bilanci delle singole aziende, che dovrebbe portare alla cessazione delle erogazioni e quindi a un lento ma crescente riafHusso di de11aro. I tecnici sanno però che nella generalità dei casi sarà difficile addivenire a quest'ultimo risultato, e, che i poderi di nuova costituzione dovranno continuare per lunghi anni ad essere sovvezionati a fondo perduto, altrimenti crollerebbe tutta l'impalcatura faticosamente costruita. L'agricoltura quotizzata nella gran maggioranza non è, al presente, autosufficiente, e la collettività deve intervenire a sopportare il peso dei margini passivi, sia attraverso i finanziamenti di cui si è detto, sia mediante l'accollo di prezzi politici dei prodotti. Ma è noto come scarso sia lo spirito associativo nel Sud: dopo anni di fiduciosa attesi si è dovuto constatare che le cooperative agricole o non si costituiscono, o, una volta sorte, non sopravvivono. Ed allora si è pensato di ovviare a queste deficienze, diciamo così, ambientali, rendendo quasi obbligatoria di fatto, nell'ambito dei territori espropriati, l'iscrizione alle cooperative, e gli Enti, ove l'assegnatario non provveda ad aderire ad una associazione cooperativa, gli revocano la concessione del podere. A questo punto è da chiedersi se e in che cosa le cooperative nate dalla riforma differiscano dai Kolkos, e quali siano i requisiti giuridici di queste cooperative, che non sembra si conformino in tutto al Codice Civile; ma questa duplice indagine - che pure sarebbe del più grande interesse - preferiamo per il momento accantonarla. Certo è che tutta la vita produttiva degli assegnatari si svolge sotto il segno di questo cooperativismo forzoso. Un determinato numero di poderi (solitamente intorno al centinaio) è riunito in una unità economica e costituisce l'azienda, con un capo-azienda che è il tecnico da cui gli assegnatari ricevono consigli, direttive, ordini. Il capoazienda si avvale dell'aiuto di un agente, che interviene di persona nelle situazioni in cui deve sopperire alla scarsa competenza tecnica degli assegnatari (per l'aratura, la potatura, gli innesti, la concimazione, ecc.). La parte amministrativa delle aziende è retta da un segretario, coadiuvato da un vice contabile, che tiene la contabilità, attende alla corrispondenza, osserva e fa osservare i rapporti contrattuali tra cooperativa ed assegnatari, e - mediatamente - tra Ente Riforma ed assegnatari. Vi sono poi un magazziniere per la custodia e l'amministrazione delle scorte e dei pro~ dotti, e un guardiano per la vigilanza notturna; un autista ed un meccanicotrattorista cui incombe la cura delle macchine agricole in dotazione alla cooperativa. Il veterinario dipende invece dal Consorzio delle Cooperative, costituitosi per la parte zootecnica. Se vogliamo avere una idea del numero delle persone che sono occupate nelle mansioni di cui abbiamo parlato presso le aziende create in seguito [49] Bib ioteca Gino Bianco

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