Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

tòrt questa significativa ammissione: « 1a Riforma tondi.aria - dovendo ne• cessariamente concludersi con la formazione di un efficiente movimento cooperativo - ha strettamente legato il proprio successo alla sorte di quest'ultimo ». Tanto più ci meraviglia quindi il fatto che su questo punto non vi sia alcuna traccia proprio nel bilancio della Cassa che, pur essendo, com'è noto, soltanto uno strumento di propulsione e un centro di organizzazione e di finanziamento il quale affida agli Enti di Bonifica, Riforma, Irrigazione la parte esecutiva del suo programma nel settore agricolo, non può disinteressarsi di ciò che dagli stessi Enti viene realizzato in questo campo. È vero, d'altronde, che anche gli Enti suddetti, nell'ipotesi migliore, dovrebbero limitarsi a preparare le condizioni per consentire l'esercizio di una agricoltura più progredita e più redditizia ad opera così dei vecchi proprietari come dei nuovi assegnatari di poderi e di quote distribuite in applicazione della legge stralcio. Dall'opera e dalla capacità delle molte e molte diecine di migliaia di questi assegnatari (sembra incredibile, ma è difficile calcolarne il numero esatto: per la Puglia, la Lucania ed il Molise, sono cir .. ca trentamila), ~he costituiscono le nuove forze di lavoro autonomo, dipende quindi in parte la riuscita o il fallimento di quel grande esperimento che è la Cassa per il Mezzogiorno, almeno nel settore dell'agricoltura, sia sul piano strettamente economico che su quello politico. Ma, fatta questa co.nsiderazizone, è evidente che sia alla Cassa che agli Enti spetta una responsabilità di direzione tecnica ed economica dell'opera di bonifica e di trasformazione in corso, e che gli assegnatari vanno assistiti perchè possano rendersi veramente « autonomi ». Il problema della loro qua• lificazione professionale è certo dei più importanti, dato che essi o sono ex braccianti agricoli, o addirittura ex operai, artigiani, assolutamente q.igiuni quindi di qualsiasi nozione di agricoltura (in alcune zone del sottappennino dauno, questi ultimi, come abbiamo potuto accertare attraverso un'indagine da noi condotta sul posto, raggiungono una cifra aggirantesi sul 25-30%); n1a è altresì necessario che i n_uovi agricoltori raggiungano l'autosufficienza economica. Ora i cinque ettari attribuiti in media ad ogni assegnatario non bastano a procurare i mezzi di vita a tutto il suo nucleo familiare; occorre quindi, se si vuole che gli assegnatari migliorino effettivamente le proprie condizioni economiche, proseguire e concludere l'opera di trasformazione agraria, mettere le nuove piccole aziende in grado, 11el giro di pochi anni, di vivere di vita propria. Attualmente sono in corso lavori di trasformazione su mezzo ettaro circa per podere, sì da dotare quest'ultimo di un appezzamento coltivato ad ulivo e vigneto, con qualche albero da frutta. ~e risorse e le possibilità dell'assegnatario miglioreranno indubbiamente, ma è da escludersi che la sua situazione nel prossimo futuro cambi radicalmente rispetto a quella odierna. Intanto come vengono coperte le passività delle nuove imprese contadine? Per [48] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==