Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

smo della previdenza sociale, caotico, contraddittoriò, costosissimo ed ~ssai poco produttivo ». Giacchè l'unificazione al riguardo oltre ad apportare sensibili diminuzioni nei costi generali dei vari istituti esistenti in Italia, potrà comportare anche una maggiore e migliore attività dell'unico Ente che ne deriverà. . Ma già fin da adesso tali Enti potranno, in concorde unione di sforzi, concorrere, ad esempio, alla costruzione in ogni comune di un ambulatorio e alla sua gestione, a impegnare in modo continuo più medici e ostetriche, senza più quella dispersione di forze, che serve soltanto ad accrescere i costi degli Istituti e il malcontento degli assistiti. Malcontento che è vivo soprattutto nei piccoli comuni dove l'assistenza diretta è pressochè inesistente: creando ambulatori in essi e ospedali nei più grandi, con criteri geografici però, essi potrebbero assorbire tutti_ i medici condotti che saranno licenziati dalle amministrazioni comunali. Spetta perciò al nuovo Ministero della Sanità, in unione a quello del Lavoro e della Previdenza Sociale, far sì che questo possa avvenire: ne deriverà, come dicevamo, un indubbio beneficio per tutti i mutuati, una diminuzione delle spese generali degli Enti di Previdenza e Assistenza ed anche un sollievo finanziario per i bilanci comunali. Come pure, last but not least, per il l\.tfezzogiorno la definitiva possibilità di attrezzarsi finalmente nel campo ospedaliero. ' ANTONIO N ITTO ' La cooperazione agricola e gli Enti di Riforma Il settimo bilancio annuale della Cassa per il Mezzogiorno (esercizio 1956-1957) non dedica all'importantissimo argomento della cooperazione agricola nel territorio in cui si esplica il suo intervento un solo rigo di illustrazione e di commento. C'è, è vero, a pagina 51, un breve paragrafo - intitolato appunto alla cooperazione agricola - che riferisce sugli interventi intesi a valorizzare commercialmente i prodotti dell'agricoltura mediante l'incremento di quella che è detto comunemente cooperazione tecnica (impianto e gestione di sylos, cantine sociali, oleifici, ecc.); ma l'opera svolta per agevolare l'i11cremento produttivo attraverso la unione e la coordinazione delle scarse e sparse iniziative individuali è lasciato nell'ombra più fitta. . Eppure i responsabili della nostra politica agraria sono t11tti concordi nell'affermare che il cooperativismo agricolo è uno dei problemi più importanti dell'agricoltura meridionale, e nello stesso quello che più preoccupa, dato lo scarso sviluppo che ha avuto finora. Perfino una relazione ufficiale della Sezione Speciale per la Riforma fondiaria in Puglia e Lucania si apre [47]. Bibliote·ca Gino Bianco

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