Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

,· GIORNALEA PIU VOCI Equivoci mediorientali Ancora una volta, come già due anni fa, la crisi del Medio Oriente ha rischiato di sconvolgere gli schieramenti italiani e ancora una volta ha mostrato come le linee di divisione non fossero tra questo e quel partito, ma all'interno dei partiti: perfino in un gruppo ristretto e noto per la fermezza della sua ideologia demoèratica e per la sua compattezza, perfino tra la pattuglia della « sinistra democratica » vi sono stati, come notava giustamente Carandini nel Mondo) 11rti e contrasti di opinione. Ma dobbiamo aggiungere subito che questi due anni trascorsi dalla crisi di Suez non hanno suggerito nessun argomento n11ovo a coloro che, tra noi, si sono fatti banditori del verbo del nazionalismo arabo: con stupefacente mancanza di fantasia si è ripetuto che l'Inghilterra e, questa volta anche gli Stati Uniti, non erano all'unisono con l'evoluzione dei tempi, che si chiudevano in una politica ciecamente reazionaria, che sfuggiva al Foreign Office e al Dipartimento di Stato il dato nuovo delle rivoluzioni nazionali in atto nei paesi dell'Africa e dell'Asia, che, finalmente, l'Occidente sarebbe finito come l'Austria, morto, cioè, pel fatto delle nuove esigenze nazionali che essa contrastò e che ne ebbero ragione nella tormenta della prima guerra mo11diale. Nè è mancato chi ha ricordato che questa cieca politica sarebbe ispirata dai mercanti di petrolio, i quali, preoccupati dei loro traffici più che di ogni altra cosa, si sarebbero agitati per mettere a repentaglio la pace del mondo e per conservare le loro riserve del prezioso minerale. Che cose del genere le scrivano i redattori de l'Unità, si può perfino comprendere; ma che le debba scrivere un uomo della finezza di Parri, ecco una cosa che, francamente, ferisce. Oltre tutto Ferruccio Parri è male informato: perchè quei mercanti di petrolio, che egli addita al disprezzo di tutti, non han110 mai nascosto la loro preferenza per una politica di trattative, e di concessioni, con tutti i tirannelli mediorientali passati, presenti e futuri, e non hanno mai nascosto che essi paventano a volte, d'accordo in questo con Parri, assai più la politica del Dipartimento di Stato che quella degli emiri e dei colonnelli, con cui sono abituati a trattare e che, colonnelli o no, sanno, per più volte decennale esperienza, assai facili da comprare. (34] Biblioteca Gino '•anco

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