Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

Per niente imprigionato da queste rigide divisioni di carattere manicheo, il Rossi Doria ha molto saggiamente sostenuto che, malgrado l'inevitabile tendenza al superamento della dissociazione tra la proprietà delle terre e l'impresa agraria, << sarebbe errore considerare chiusa l'epoca della media o anche della grande azienda capitalistica. Specialmente nelle zone èove la trasformazione agraria non è ancora iniziata, la maggiore diminuzione dell'impresa, la maggior disponibilità di capitali, il più facile ricorso al credito, la più solida situazione rispetto all'instabilità dei mercati >> ( 16 ) consigliano ancora il consolidamento di questo tipo di impresa rispetto ' a quella familiare. Ma il Rossi Doria appartiene alla disprezzata categoria dei riformisti : le sue affermazioni non possono evidentemente incontrare l'approvazione dei neofrontisti, che, nella migliore delle ipotesi, si ostinano a ricercare un'assurda linea di mediazione fra il socialismo europeo ed i rn.odelli d'oltre cortina. Allo stesso modo non poteva non essere fuori luogo la citazione di un giudizio del prof. Saraceno circa l'accrescimento degli squilibri già esistenti· in conseguenza dell'integrazione di economie che si trovano a diversi livelli di sviluppo (17 ). Ma in realtà il Saraceno faceva riferimento all'eventualità che l'integrazione economica venisse lasciata all'azione dei soli meccanismi di mercato e si serviva dell'argomeno non certo per consigliare l'isolamento, l'interruzione degli scambi e l'autarchia, sì invece per sostenere la necessità di meccanismi che correggessero le tendenze naturali e quindi ponessero il nostro apparato produttivo in condizione di reggere alle nuove - benefiche e necessarie - realtà cl.i un mercato più ampio. I teorici di « Mondo Operaio >> hanno spesso tenuto a ribadire che ( 16 ) Manlio Rossi Daria: << 10 anni di politica agraria nel Mezzogiorno>>, pag. 248. Laterza, Bari, 1958. ( 17 ) Barbadoro (in Mondo Operaio, n. 5, maggio 1958) e Valori (in Politica ed Economia, anno II, n. 7) hanno riportato, a suffragio delle proprie tesi, un brano della relazione del Prof. Saraceno al convegno di studi su << L'agricoltura e il Mercato Comune » tenutosi in Roma il 23-25 gennaio 1958, dove si afferma che « l'integrazione di economie che si trovano a diversi livelli di sviluppo, se lasciata all'azione dei soli meccanismi di mercato, non dà luogo ad un processo di espansione diffusa in modo sufficientemente uniforme, ma, al contrario, accentua gli squilibri esistenti, in quanto le economie meno avanzate vedranno sorgere degli ostacoli al loro sviluppo e non degli stimoli dalla messa in contatto con economie più forti». ·[32] Biblioteca Gino Bianco

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