quotidiane>> nell'ambito delle riforme di struttura; circa il rapporto fra sviluppo generale del paese e progresso tecnico; circa la possibilità di dar vita ad un'azione concordata delle organizzazioni socialiste europee; circa i compiti e le finalità precipue degli organismi sindacali) postulano una risposta ad altri quesiti pregiudiziali, sui quali la rivista ideologica del Partito aveva già posto l'accento in passato. « Il Partito è davvero unitamente d'accordo sull'affermazione che .. questa via pacifica (al socialismo) passa per una politica di sviluppo economico e culturale? È evidente che questa affermazione implica ... una ' duplice scelta...; da un lato è il rifiuto della teoria dell'impoverimento assoluto e del catastrofismo come momento necessario di passaggio al socialismo in futuro; e, quanto al presente, è la chiara indicazione che non vi è politica democratica se non vi è contemporaneamente una politica di sviluppo economic_oe culturale, ciò che implica un giudizio sulla politica attuale dei vari governi democristiani ». O ancora: « come deve configurarsi una politica agraria che miri al miglioramento delle condizioni attuali dei lavoratori agricoli..., ma al tempo stesso non perda di vista le esigenze • di uno sviluppo economico della nostra agricoltura? >). In questi termini l'On. Basso iniziava una discussione sul programma del Partito Socialista con una nota introduttiva apparsa su << Mondo Operaio >) del Giugno 1957. Si tratta, come appare evidente, di enunciazioni programmatiche sulle quali nessun dubbio e nessuna incertezza dovrebbe ormai sussistere, dopo il Congresso di Venezia. Ma il tono generale degli interventi degli . ex-Morandiani in sede di Commissione Agraria, ha dimostrato esaurientemente che su questi problemi non esiste affatto una chiara e concorde unanimità di vedute e univocità di interpretazione. Basterà ricordare che, riferendosi all'impostazione di Riccardo Lombardi, due autorevoli corifei della corrente << carrista )), Lucio Libertini e Raniero Panzieri, accennano, con palese disdegno, al pericolo, << nel movimento di classe, della rivivescenza di una tendenza riformista)) (15 ). Inoltre, l'accettazione dottrinaria, pedissequa, acritica, degli schemi e delle formule marxiste induce l'ala massimalista del PSI a dividere il tessuto sociale della nostra agricoltura in « masse contadine e blocco agrario>>. ( 15) Così si legge nell'editoriale di Mondo Operaio del giugno 1958, redatto da Panzieri e Libertini. , [31] Bi.blioteca Gino Bianco
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