• Libertini, Locoratolo, Bigi, Barbadoro ed altri, molto frequentemente si ritrova infatti la propensione a mitizzare la << lotta di massa)). Non si comprende se l'abuso di espressioni del genere sia dovuto alla congenita incapacità di rinunciare a questi patetici richiami, ridotti così a vacue formule e quasi àl luogo comune, o all'aspirazione segreta di servirsi della demagogia s9cialistica a sicuro effetto per rinsaldare i vincoli con il Partito Comunista. Difficilmente, purtroppo, si trova qualcuno che abbia la spregiudicatezza di biasimare la terminologia massimalistica e di proclamare a chiare lettere che il co~pito di un moderno Partito Socialista non è solo quello di farsi interprete del malcontento che si agita in certi strati della popolazione, sibbene quello di individuare quali siano le linee di sviluppo dell'economia del paese che si rivolvano in un aumento effettivo di benessere anche per le forze del lavoro. Mentre, per quanto riguarda l'agricoltura, Lombardi ha fatto proprie le linee di tendenza del piano Vanoni (lo schema - come è stato ormai da f?iÙ parti ripetuto - preve?e la riduzione degli addetti all'agricoltura al 33 % della totale popolazione attiva, con un allontanamento di 1.050.000 unità) e quindi accetta l'obiettivo di massimizzare il reddito delle persone che operano sulla terra come complementare a quello del trasferimento della mano d'opera esuberante in altri ambienti produttivi (10 ), le iniziative della corrente << carrista )) rivelano il solo scopo di aumentare lo stato di tensione nelle campagne e di elevare al punto critico il « potenziale di rivolta e di scontento )> delle masse contadine. Uno studioso esperto delìa realtà economica e sociale dell'agricoltura italiana ha giustamente amrr10nito che non è certamente con le proteste indiscriminate e le agitazioni sc11zaobiettivi che si promuove l'ascesa di larghi strati contadini e la ( 10 ) Nel corso della presentazione ai professori universitari di materie economiche del suo << schema decennale», l'On. Vanoni così affermava: << lo credo che sia compatibile l'obiettivo della politica agraria generale in questo momento in corso - che tende a fissare un reddito, il più possibile elevato, ad un certo numero di persone che operano sulla terra - con la constatazione che, ad un processo ordinato di sviluppo della nostra economia, un certo numero di braccia, oggi ed anche domani esuberanti nell'ambiente agricolo, trovi il proprio reddito in un altro ambiente produttivo, caratterizzato da una elasticità molto maggiore dì sviluppo che non il settore agricolo, rigidamente condizionato dall'ambiente e dalla terra disponibile in un dato momento ». E, Vanoni in << Discorsi sul programma di sviluppo economico», Roma 1956, pag. 31. (28] Biblioteca Gino Bianco
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