venta la mancanza di· una « impostazione globale >> del problema ~el1' esodo) può ritorcersi contro chi l'ha formulata. Infatti, mentre l'accordo non può non essere unanime circa l'esigenza di accompagnare «l'alleggerimento nelle campagne>> e la meccanizzazione con « l'introduzione di orientamenti colturali più avanz ati, che aumentino redditi ed occupazioni effettive >> ( anche se alcuni interlocutori, di parte « carrista >>, vogliano far apparire gli autonomisti come contrari a queste condizioni) diversa è la visione generale, diverse sono le prospettive, diversi gli sbocchi auspicati per la crisi agraria, di chi vede ne l MEC il malevolo tranello dei capitalisti e degli agrari e di chi, al con trario, insiste sulla opportunità di inserire il fattore lavoro come elemento propulsivo e determinante del processo di integrazione economica europe a. Premesso fin da ora che le proposte dell' on. Lombard i si innestano nel quadro generale della politica di sviluppo economic o del paese (il che comporta il perseguimento di una politica « da piano Vanoni>>: investin1enti e interventi degli organi dello Stato per accelera re l'industrializzazione, creazione di nuovi posti di lavoro, attenuazion e dello squilibrio interregionale, raggiungimento degli obiettivi della rifo rma agraria, fuori da ogni disegno integralistico), mentre le richieste de gli ex-Morandiani hanno come naturale punto di arrivo una nuova forma di frontismo, è opportuno dichiarare senza esitazione che la divergen za su questi argo~ menti mette in evidenza il contrasto difficilmente sup erabile tra le due <<anime>>del PSI. Chi accoglie l'opinione di Lombardi tiene presente che si avrà progresso sostanziale nelle campagne solo quando il reddito « pro capite )) di una unità lavorativa agricola sarà eqt1iparab ile al reddito « pro capite >)di un lavoratore addetto all'industria; e non i gnora, inoltre, che lo sviluppo economico - dal momento che il nostro pae se è il solo « serbatoio di mano d'opera dell'Europa Occidentale>) ed è insieme la zona più bisognosa di investimenti industriali provenienti dagli altri membri della Comunità (9 ) - è condizionato ad una emigrazione di mano d'opera accompagnata da una simultanea ed intensa immigra zione di capitali. Al contrario, chi propugna le soluzioni degli ideolog i di <<Mondo Operaio >) sa proporre soltanto « una energica azione unitaria )) e sollecitare le « lotte di massa a tutti i live~li >>. Negli interventi di Vecchietti, ( 9 ) F. Compagna: << La polemica sul Mercato Comune>>, Nord e Sud n. 43, , [27] Biblioteca Gi o Bianco
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