Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

socialista), ha riaffermato l'esigenza di non estraniare il movimento operaio internazionale dal grandioso rivolgimento che conseguirà dall'applicazione del MEC, sollecitando, contro la politica dei « cartelli internazionali >>,una iniziativa concorde dei partiti socialisti europei. · Il contributo socialista deve, a suo avviso, tradursi in uno sforzo costante per trasformare la « crisi delle strutture», che si renderà sempre più acuta in seguito alla collisione fra le economie di diversi paesi a vario livello industriale, in « riforma delle strutture >> (4 ). L'istituzione del MEC varrà soprattutto ad accelerare certe scadenze, riproponendo problemi già esistenti e mettendo in luce le contraddizioni in cui, da più lustri ormai, si agita la nostra economia. La stessa questione dello spopolamento delle campagne è esaminata dall'On. ·Lombardi non solo sotto l'aspetto patetico delle famiglie che abbandonano i tradizionali luoghi di lavoro, ma è giustamente considerata come necessaria conseguenza della redistribuzione delle forze di lavoro uccupate nell'agricoltura rispetto a quelle impegnate nelle attività industriali e terziarie. Molti sono infatti i contadini che « emigrano dalle campagne sospinti dalla miseria e non cacciati dal padrone>>, e molto frequentemente la scelta del bracciante è « soltanto fra un luogo ove lavoro non trova... e un altro dove spera di trovarne >>. (5 ) Riccardo Lombardi rileva anzi come non si possa escludere che il decongestionamento delle eccedenze demografiche che gravano sull'agricoltura « determini una atter1uazione della concorrenza tra i lavoratori >>e quindi un aumento del loro potere contrattuale. E in effetti un economista che voglia guardare con obiettività alla realtà effettuale non può non considerare come benefica la decrescenza delle forze di lavoro agricolo, rispetto alle forze di lavoro in complesso, dal 39,0 % al 32,1 %, avvenuta durante il quinquennio 1952-1957(6 ). Essa implica non solo un incremento della produttività del lavoro (che è ( 4 ) Cfr. l'Avanti·/ del 15 luglio 1950 nell'articolo a firma Riccardo Lombardi. ( 5 ) Ibidem. ( 6 ) L'ISTAT ha calcolato che nello stesso quinquennio il numero degli addetti all'agricoltura è diminuito da 7 milioni 266 mila a 6 milioni 770 mila unità. A sua volta la << Relazione Generale sulla situazione economica del paese» indica in 400-450 mila unità il numero degli occupati nei lavori agricoli che avrebbero mutato la propria attività nel quinquennio 1952-'57. '[25] Biblioteca Gino Bianco

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