Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

trato in isole di progresso, alle quali si contrappongono plaghe di arretratezza e di miseria, dove i contadini sono costretti a scegliere l'ingrata via della emigrazione senza speranza )) , sia portato a prospettare come unica soluzione « una energica azione unitaria dei socialisti)), intesa a « mobilitare le forze unite dei lavoratori e di lottare contro la politica che il padronato, anche in nome del MEC, porta oggi avanti>>, e a suggerire l'opportunità di « promuovere un incontro con i compagni comunisti per studiare una efficace linea di lotta unitaria >>(2 ). Del resto, se si esclude la comune rappresentazione drammatica delle condizioni di vita nelle campagne, tutti gli interventi si limitano, sul piano delle richieste concrete, ad invocare le « azioni di massa)), ed a riconoscere la validità delle « lotte articolate a tutti i livelli: tradizionali azioni per i salari, i contratti di lavoro, i riparti, la sistemazione moderna dei patti agrarii )) (3 ). Per comprendere nel suo esatto significato la natura di queste argotnentazioni, sarà opportunq richiamare i punti fondamentali dell'orientamento degli autonomisti, delineato dall'on. Lombardi, prima in sede parlamentare e successivamente sulle colonne del quotidiano di partito, ai quali appunto intendono contrapporsi le tesi degli esponenti dell'apparato. Il leader autonomista, pur ponendosi su una posizione difensiva (e dopo aver tributati i doverosi omaggi al linguaggio proprio del massimalismo ( 2 ) Si veda l'Avanti! del 9 luglio 1958 che contiene anche il riassunto di altri importanti interventi. L'On. Foa, Segretario della C.G.I.L. precisa quale a suo giudizio dovrebbe essere la posizione dei socialisti di fronte all'esodo rurale: << Nessun licenziamento e nessun esodo è possibile senza una contropartita attiva, cioè senza la sicu~ rezza che il contadino che abbandona i campi abbia già una nuova e più redditizia occupazione garantita ». Nel dibattito sono altresì emersi alcuni discordanti atteggiamenti rispetto alla relazione Locoratolo. Infatti mentre questi definisce senza indugi il MEC come << strumento di trasformazione voluta dalla classe capitalistica », lo stesso On. Foa, pur dissentendo da alcune indicazioni dell'On. Lombardi, interpreta l'astensione del gruppo parlamentare socialista in occasione del voto sul trattato istitutivo del MEC, non già come espressione di una opposizione pregiudiziale ed aprioristica, ma come manifestazione del desiderio di contrapporre agli intendimenti ed ai piani dei monopoli e dei cartelli internazionali l'unità delle forze operaie internazionali, federate nelle varie organizzazioni sindacali. ( 3 ) Così Idomeneo Barbadoro in uno scritto pubblicato su Mondo Operaio del ? maggio 1958. Biblioteca Gino Bianco

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