Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

tendevano a scoraggiare l'ex Capo del.la Francia Libera, a liberare la crisi dall'ipoteca de Gaulle e, perciò, ad affrontare il problema della rivolta di Algeri direttamente, senza che nella metropoli la crisi del regime imponesse, per difendere le posizioni della Quarta Repubblica, la riabilitazione dei comunisti. F,u un duello sottile quello tra Mollet e de Gaulle. Il generale aveva comp1 reso che il movimento di rivolta si sarebbe esteso finchè egli avesse parlato e fosse rimasto sulla scena parigina: per questo a·ccettò, sorprendendo Mollet, di rispondere alle domande che gli venivano poste, fece tutte le concessioni che gli chiedevano, dette tutte le garanzie possibili. De Gaulle condusse la battaglia da vero stratega: mentre la sua azione alimentava la rivolta e l'estendeva alla Corsica e faceva crollare l'ammini ... straziane e disertare i prefetti, l'opinione pubblica si convinceva sempre più che solo egli avrebbe potuto fermare il processo in corso. Non app,ariva ancora sufficientemente chiaro che l'effetto era in realtà una causa_ ., che il disfa,cimento dello· Stato era possibile soltanto ,per l'intervento di colui che si presentava come il restauratore di esso. Le fasi che portarono all'avvento al potere di de Gaulle sono praticamente tutte note. Vi sono tuttavia alcune cose di cui non sembra si sia , parlato ab,bastanza, e che pure sono importanti. Pflimlin fu fino all'ultimo minuto ostile alla soluzione de Gaulle. Ma egli si trovò isolato in seno al governo a più riprese: quando l'ambasciatore americano lo informò che il governo di Washington esigeva una rapida soluzione del problema di fondo del1'Algeria in vista della sessione dell'ONU; quando la diplomazia britannica, precedendo quella americana, mise in moto tutta la propria influenza per favorire l'avvento del generale (allora MacMillan era ossessionato dal problema delLa zona di libero scambio); quando le gerarchie cattoliche fecero intendere all'MRP che esse erano favorevoli alla nuova soluzione; quando Coty minacciò, prima ancora che si pensasse al messaggio alla Camera, le dimissioni; quando, infine, de Gaulle offrì, di propria iniziativa, di trattare con il Presidente del Consiglio. In questa occasione l'isolamento di Pflimlin fu evidente a tutti; l'incontro non ebbe alcun risultato tranne quello di portare il generale all'esasperazione. Allora Mollet e Coty, e lo stesso Moch, che lamentava la mancanza di ogni autorità e di ogni potere reale, investirono con violenza [18] Biblioteca Gino Bianco

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