Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

bilità, si preoccupò, nel suo tentativo, di dare una manifestazione delle proprie concezioni politiche: e fece dichiarazioni intransigenti e lanciò appelli reazionari. La sua preoccupazione era non tanto di ottenere i voti dei deputati quanto di dimostrare agli uomini di Algeri che i1 Parlamento non lo intimoriva e che il suo oltranzismo era senza riserve. Ma il fallimento del tentativo Bidault ebbe un effetto disastroso. Fu allora che le coscienze, ad Algeri, si infiammarono e l'opinione pubblica fu indotta a credere che quaLsiasi altro governo sarebbe stato, per il fatto stesso che Bidault aveva dovuto ritirarsi, un governo di « abbandono ». L'esercito avrebbe probabilmente accettato Pflimlin, le cui idee e ~I cui programma erano per esso molto più accettabili delle idee e dei programmi di Bidault. Ma, ormai, il tentativo si contrapponeva troppo evidentemente a quello di Bidault, e il suo significato risultava snaturato. Il fatto che il 26 aprile, quando Pflimlin non era stato ancora chi~mato dal Capo dello Stato, fosse compiuta ad Algeri la prova generale della rivolta dimostra non già, come dice de Serigny, che non si voleva Pflimlin o il suo equivalente, ma che non si poteva accettare più niente se non Bidault o Soustelle. In quei giorni si sapeva che non sarebbe stato accettato neppure Pinay. Questi sono i precedenti del 13 maggio. Gli episodi e i fatti narrati non avrebbero, naturalmente, che un valore marginale se non si tenesse conto che le vicende si svolgevano in un clima deteriorato al massimo, nei corridoi di un Parlamento screditato, nel quadro di una democrazia soltanto formale, dopo dodici anni di incessante e petulante critica fatta dal gollismo (che, inserito da Lanieli nel sistema, vi svolgeva la funzione di un cavallo di Troia e teneva in pugno i destini dei governi per il solo fatto d'avere il coraggio della suprema follia, di allearsi cioè coi comunisti nelle votazioni importanti), mentre si consumava una incredibile serie di errori di Mendès-France, il quale, indirettamente, esercitava anch'egli la critica e il sabotaggio del sistema, quando ormai l,a socialdemocrazia era venuta totalmente meno ai suoi programmi e ai suoi compiti; e, soprattutto, in u·na società totalmente spoliticizzata e priva, come nessun complesso sociale in Europa, di qualsiasi flessibilità (d~gli studenti universitari solo il 2 per cento sono di origine contadina ed operaia e 1'80 per cento sono figli di professionisti). '(13] Biblioteca G.ino Bianco

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