giche, sa indulgere a considerazioni di voluta leggerezza, è disimpegnato e attento a non dire niente di preciso. Se inviato nel M. Oriente a seguire l'operazione di sbarco nordamericana trova il modo di dissertare sulle uniformi dei marines o di cavare, dalla orecchiatissima sua cultura storica, paralleli con situazioni di un pas1 sato recente o remoto. Egualmente importanti nella formazione di questo medio rappresentante del nostro giornalismo sono la dilettantistica cultura delle nostre I bono ignorare le, purtroppo poche, voci moderne e serie che a dispetto di questa quasi generale condizione di provinciali., smo e di ignoranza del giornalismo italiano, rappresentano quel tipo di professione seria ed informata, sola capace di formare un'opinione pubblica non qualunquista. A questo secondo tipo di giornalismo appartiene, da anni orma1, Giovanni Russo. Osservatore attentissimo, appassionato dei problemi, incline all'inchiesta seria e scuole medie, gelosamente conservata in- ..dettagliata, si è imposto in un terreno tatta, e lontana da pericoli di specializza- difficile ad accogliere i suoi criteri profeszione o di approfondimento, e l'aspirazione a · fare della letteratura. Il corrispondente inviato a seguire i lavori di bonifica in una data regione d'Italia o a registrare le conseguenze di qualche calamità nazionale (ci vengono alla mente soprattutto le corrispondenze che i nostri quotidiani ospitano ogni volta che c,è un allagamento del Polesine) raramente è informato e, per conseguenza, in grado di informare i lettori dei dati precisi della situazione, del numero ad es. degli operai impiegati nell'opera di bonifica; ma i suoi articoli abbonderanno sempre di profili pretenziosi, di semplicistiche osservazioni sulle doti ataviche del << nostro » bracciante o del << nostro » capitano d'industria. In queste corrispondenze quello che quindi manca è l'elemento di maggiore importanza: la realtà senza deformazioni, del nostro Paese. Il lettore non ne sarà informato e coltiverà viceversa il proprio gusto della lettura sui pessimi modelli stilistici fornitigli nel modo visto. Si può pertanto parlare senza esagerazioni di un giornalismo italiano provinciale nella sua maggioranza: ma non si deb- ' sionistici. Baroni e contad,:ni, il primo libro di Giovanni Russo - con cui tra raltro ottenne il Premio Viareggio - segnò quasi la scoperta di un nuovo ed esemplare modo di intendere il servizio giornalistico: le doti di osservaz~one, di sensibilità per i problemi, unite a quelle di uno scrivere preciso, aderente al contenuto, senza troppe connessioni tra periodi e senza fiacchezze, si mostravano capaci di porgere anche al lettore del grande quotidiano di informazioni argomenti ritenuti di solito di'ffi'citz· e comun- - que troppo pesanti; senza profili presuntuosi e falsi le corrispondenze, gli articoli e le inchieste di Giovanni Russo individuavano il problema riuscendo ad esprimerlo con particolare vivezza insieme alla descrizione di una figura, di un fatto, di una storia ( mirabili le pagine dedicate agli ebrei di S. Nicandro ). Accanto a questi << pezzi », le inchieste ed i saggi di più largo respiro di una precisione e di una intelligenza dei problemi assolutamente . non comuni. Dal tempo di Baroni e contadz'ni sono passati tre anni e Russo ha continuato fe- [127] Bi lioteca Gino Bianco
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