ne, al controllo meramente giuridico si aggiunse quello politico esercitato dal pa rlamento, con la conseguenza importantis - sima che per disfarsi di un ministro no n fu più necessaria l'esistenza di una vio - lazione di legge. L' A. sorvola su quest o ultimo svolgimento della storia costitu - zionale per venire ad affermare che po - nendo dei limiti al potere esecutivo no n ALBERT CAMUS: Actuelles III. Cronique algérienne 1939-1958. Gallimard ed., Parigi, 1958. I fatti del 13 maggio in Algeria hanno interrotto il silenzio che Albert Camus si era imposto fin dal 1956 dopo il fallimento del suo disperato tentativo di fa r accettare la << tregua civile ». Ora egli ha ripubblicato in un volume, il terzo dell e actuelles, quanto ha scritto dal 1939 al 1958 intorno ai fatti algerini su Algt?r républicaine, su Combat, su Le Monde e infine sull'Express, dove la sua firma si è alternata per mesi, nel commento della settimana politica, a qJ.Iella di F rançoi s Mauriac. << Vasti mutamenti avvengono negli spiriti in Algeria - scrive Camus nella pre - fazione al volume - e si tratta di muta - menti che autorizzano grandi speranze e non meno grandi timori. I fatti però non sono cambiati e domani bisognerà tenerne conto per una via di uscita su l terreno del solo avvenire possibile: quello in cui la Francia appoggiata senza con - dizioni sulle sue libertà saprà rendere lo si indebolisce affatto. Il problema c o~- stituzionale è ancora oggi quello dello equilibrio fra gubernaculum ed iurisdi'ctio, che si realizza nella limitazione dei poteri. Posta la iurisd1:ctio sotto la garanzia di tribunali effettivamente indipen - denti, bisogna che il gubernaculum sia tanto forte da poter provvedere ai su oi doveri essenziali. LUIGI A.MIRANTE giustizia senza discriminazione in alcu n senso a tutte le comunità dell'Algeria. Oggi come ieri la mia sola ambizione, nel pubblicare questa testimonianza, è di contribuire secondo le mie possibilit à alla definizione di questo avvenire >>( v. pag. 10). Camus stesso definisce all'inizio del volume la sua posizione di uomo che no n approva la politica di conservazione e d i oppressione condotta per anni dalla Fran - cia in Algeria e che nello stesso tempo - e con pari fermezza - si rifiuta di appro - vare quello ésprit de demission, quella rinuncia che « abbandonerebbe il popolo arabo ad una maggiore miseria, strappe - rebbe dalle sue radici secolari il popol o francese d'Algeria, e favorirebbe solamen - te il nuovo imperialismo che minaccia l a libertà della Francia e dell'Occidente>> (v . pag. 11). Decisamente ostile tanto alla cieca politica di guerra dei governi frances i quanto all'insensato e barbaro terrorismo q.el FLN, Albert Can1us ha per anni pre - dicato al vento la parola della ragionevo - lezza, ha auspicato il << cessate il fuoco», l'incontro intorno alla tavola rotonda, l' ac- [123] Bil11iotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==