Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

Christopher Hinton: << l'energia atomica non ha niente a che fare con la lampada magica di Aladino ...; essa è una tecnica eccezionalmente difficile da imparare, di cui si può impadronire solo un paese ad alto grado di sviluppo industriale e che abbia un reddito nazionale abbastanza elevato tale da consentire il grosso investimento di capitale ». Prendendo spunto da queste parole l' A. mostra come l'unica possibilità da parte di paesi, che da soli non sono in grado di sopportare i gravosi investimenti, è quello di consorziarsi, oppure di importare da altre nazioni gli impianti ed i combustibili. Questa seconda via però, oltr~ che costosa, taglierebbe fuori il paese che la seguisse dai continui progressi dell'industria atomica; questa è la ragione per cui i paesi dell'Europa occidentale hanno seguito la prima, riunendosi nell'Euratom e nell'Ente europeo per l'energia nucleare >> dipendente dail'OECE. Comunque però i singoli paesi affronteranno i problemi dell'energia atomica, resta indiscusso il fatto che il mercato dell'energia elettronucleare, nonostante gli ostacoli che si oppongono, prenderà largo sviluppo nei prossimi anni. Le << prospettive immediate >> ( e ci si riferisce ai prossimi dieci o vent'anni) orientano l'esportazione verso tipi di reattori per centrali di almeno 200 megawatt, il che d'altra parte presenta notevoli difficoltà; ed i paesi che hanno già iniziato la loro produzione stanno cercando con nuove ricerche di chiarire una certa confusione di idee che esiste sul tipo di reattore che i loro clienti decideranno di utilizzare. Nell'ultima parte del libro si accenna a quelle che sono state le vie seguite in altri paesi. Ci fermiamo a considerare solo il caso degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, non soltanto perchè essi occupano con il Regno Unito le posizioni più avanzate, ma anche perchè ci offrono due esempi diversi dell'influenza delle condizioni, che diremmo << ambientali» sullo sviluppo dell'industria elettronucleare. Negli Stati Uniti, in conseguenza dei vasti programmi per la costruzione di armi atomiche, ci si è trovati innanzi ad imponenti e numerosi impianti per la produzione di materiali fissili e quindi ad una enorme produzione di combustibile per reattori. Però la costruzione di reattori di potenza, data la poca convenienza attuale di produrre energia di origine atomica, è limitata; enorme è, invece, il programma di ricerche per diminuire i costi di costruzione; avanzatissimi anche i programmi dell'industria per l'esportazione. Nella Unione Sovietica, invece, stando almeno alle dichiarazioni del Prof. Kurchatov, fatte in occasione della sua recente visita a Calder Hall, il programma di prod11zione di energia nucleare è in pieno sviluppo: è avviata la costruzione di grandi impianti di 400.000 e di 600.000 kilowatt e continua la costruzione di centrali sperimentali. Da ultimo l'A. esamina l'avvenire atomico della Gran Bretagna, i suoi nuovi programmi, le realizzazioni future; ma ciò che ci è parso molto interessante sono stati gli accenni alle relazioni tra l'Authority e le industrie private quali si prevedono essere nei prossimi anni. L' A. ritiene che << essendo ristretti a pochi tipi i reattori prodotti dall' Authority, entro pochi anni l'industria privata avrà raggiunto il livello di uguaglianza e sarà in grado, dato l'alto livello di industrializ- [120] Biblioteca Gino Bianco

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