Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

zione approssimativa di circa 220.000 lire per kilowatt installato nel caso di una centrale di 300 megawatt. Comprese le spese per la carica di combustibile, gli stessi esperti hanno valutato il costo complessivo degli impianti ad 82 miliardi di lire. L' A. affronta poi la trattazione dei problemi inerenti ai reattori << breeder » ed a quelli utilizzanti combustibile arricchito; sia gli uni che gli altri porterebbero ad una diminuzione dei costi di energia (da . 0,6-0,7 centesimi di dollaro per K wh a 0,5-0,4); e poi a quelle che costituiscono le altre fonti di reddito della industria elettronucleare, e cioè, oltre la vendita della energia, quella del plutonio e dei prodotti della fissione del combustibile, che certamente saranno utilizzati dalla tecnica industriale. È bene non dimenticare che lo sviluppo dell'energia atomica porta con sè il sorgere di nuove· industrie ed il trasformarsi di altre; non solo di quelle interessate alla costruzione dei suoi impianti, particolarmente chimici ed elettrici, ma anche delle industrie che ricercano e lavorano le materie prime indispensabili (ad esempio le società minerarie per la ricerca e la purificazione di minerali di uranio e di torio; e poi le industrie per la produzione di acqua pesante, di zirconio, berillio e niobio). Infine si dovrà tenere anche presente lo sviluppo delle industrie che utilizzeranno prodotti atomici. Dopo aver messo in chiaro questi fatti, e dopo aver portato numerosi elementi che mostrano con l'evidenza della realtà quello che effettivamente sta avvenendo nel campo delle varie attività industriali, l'A. cita come esempì le diverse industrie che sono sorte in paesi, come la Gran· Bretagna, gli Stati Uniti, il Canadà ed altri, dove l'energia atomica è in fase avanzata. Un problema che però meritava di essere discusso è quello relativo all'influenza dell'energia atomica sulla << localizzazione » di alcune industrie fondamentali, per le quali il problema dell'energia e dei combustibili è talvolta detern1inante. Vi saranno infatti industrie sulle quali questa nuova fonte di energia non avrà reazioni se non quelle di una variazione dei costi di produzione, nel caso essa si dimostrerà più o meno a buon mercato; ma in molti altri casi essa sarà l'elemento predominante nella determinazione del callocamento degli impianti, e produrrà, con la conseguente possibilità di un maggiore avvicinamento ai mercati di vendita o ai 1 uoghi di estrazione delle materie pri1ne, delle notevoli variazioni sui costi. D'altra parte, tenendo conto del crescente bisogno di energia, e del lento ma progressivo inaridimento delle tradizionali fonti energetiche, s'impone ai paesi industriali ed a quelli in. via d'industrializzarsi di fronteggiare per ora la domanda marginale di combustibile con la energia atomica, invece di utilizzare forniture di carbone o di petrolio ad alto costo; in seguito di servirsi unicamente di questa. E che una decisione in questo senso sia la più conveniente è dimostrato dal fatto che, a quanto sostengono gli esperti, non vi sarà possibilità, agli inizi del prossimo secolo, per le stesse società petrolifere di venire incontro alla crescente domanda di combustibile. Inoltre nean-- che si può pensare che l'industria elettronucleare possa sorgere così di un tratto, che anzi, e l'A. riprende le parole di Sir [119] Biblioteca Gino Bianco

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