ternazionale siano questi reattori ad incontrare maggior favore). Indagini accurate sulla incidenza degli impianti sui costi di produzione, in un confronto fra le centrali atomiche e quelle ordinarie (oltre i dati riportati dal1' A., yedere IsARDand W HITNEY: Atomz·c Power - New York - pag. 36), ha condotto a conclusioni concordi. Gli investimenti relativi agli impianti (così distribuiti: 60 per cento per i gruppi generatori e le turbine; e 40 per cento per il reattore e le sue caldaie) sono in qualche misura superiori a quelle delle centrali elettriche ordinarie; e l'investimento richiesto subisce la tenden_za, per impianti di maggiore potenza e con reattori tecnicamente pi1ì perfezionati, ad un aumento di investimento per kilowatt. Si è quindi desunto che gli investimenti crescono in ragione diretta alla complessità degli impianti. Un altro fattore da considerare attentamente · è quello della potenza delle centrali: si è ormai certi che il costo dell'energia atomica è maggiore di quello delle normali centrali quando ci si riferisce ad impianti di dimensioni ridotte, ed è da notare che al disotto di una dimensione minima non vale più la pena di costruirli; ma che per maggiori potenze i costi sono senza dubbio minori. Infatti, allorquando le dimensioni degli impianti permettono produzioni superiori ai 100 mila kilowatt, i costi rimangono stazionari per le centrali normali, mentre il costo di produzione dell'energia di origine atomica· diminuisce. Non va trascurato naturalmente che, pur semplificando con questo un complesso sistema di fattori, laddove il costo dei combustibili ordinari si mantiene piuttosto alto, a causa della forte incidenza delle spese di trasporto, e questo è il caso dell'Italia, il carattere competitivo dell'energia atomica è chiaramente manifesto. L'altro problema fondamentale è quello del costo del combustibile, ed anche in questo caso gli elementi di giudizio non sono estremamente chiari, soprattutto perchè le numerose stime, quasi tutte approssimative, che sono state fatte sono suscettibili di variazioni notevoli. L' Atomic Energy Authority. ha valutato il costo di una carica di combustibile per un impianto da 300.000 kilowatt a circa 15 miliardi di lire, somma comprensiva delle spese di trasformazione della ganga in uranio puro, di fusione del metallo in sbarre e degli involucri di queste per la loro introduzione nel reattore. E già per quel che riguarda quest'ultimo elemento si possono avere differenze piuttosto elevate, nel caso si adoperino materiali come l'alluminio, lo zirconio od il berillio (i prezzi variano da 330 a 100.00 sterline la tonnellata!). Un'altra incognita è costituita dal fatto che gli scienziati non sono ancora del tutto sicuri delle conseguenze di una lunga esposizione nel reattore del combustibile, cioè su quei problemi di << contaminazione >> ( che in partenza sono ridotti al minimo per la grande purezza dei materiali adoperati), i quali potrebbero produrre eventuali deterioramenti degli impianti. Come conclusione di tutta la parte illustrativa delle spese d'impianto, dei costi di produzione ed in genere di tutti i problemi attinenti alla creazione dell'industria elettronucleare, vengono citati calcoli dei consulenti economici dell'Authority, che hanno condotto ad una valuta- [118] BibliotecaGino Bianco \
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