Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

pulsori di una rinascita civile del Mezzogiorno, già abbastanza vaga n~i suoi assunti, si mostrava decisamente astratta dalla vera storia delle plebi meridionali e dalle condizioni di fatto presenti in queste terre. Una rinascita autonoma di carattere sezionalistico contrasta con la unica possibile soluzione della questione meridionale, quella nazionale, e cioè unitaria, comune patrimonio di tutta la tradizione meridionalista; e perciò - com'è stato ribadito di recente, e da più parti, anche se con intenti e significati diversi - << sarebbe assurdo pensare a un movimento contadino ... fondato sulla sterminata e ancora informe •plebe delle campagne »; poiché, infine, << il corporativismo confessionale sarebbe, in Italia, il punto di arrivo di una riforma politica di questo genere: sempre che questa riforma fosse possibile e non scadesse, prima, in una restaurazione delle oppressioni tradizionali>> (11 ). Ma la premessa non implica che una risoluzione del problema meridionale debba necessariamente ignorare ogni fermento ed aspirazione autonomistica, ogni apporto delle forze locali, sempre ,che queste si mostrino capaci di inserirsi come parte attiva e responsabile nel processo di rinnovamento che investe la società, e l'economia del Mezzogiorno. Allo stato attuale, però, una finzione che con.- .siderasse presenti questi presupposti, potrebbe peccare di una malintesa _generosità e sarebbe, codesto, l'atteggiamento più esiziale per un effettivo risveglio di una coscienza sociale d4 troppo tempo sopita. Ogni soluzione autonomistica (e tali, a nostro avviso) sono quelle che tendono ad inserire l'individuo nel tessuto della società, con piena coscienza dei suoi diritti e dei mezzi più atti a realizzarli) è _inaccettabile ove non -si concreti in un intervento preliminare inteso a creare i fondamenti per una libera ed efficaceesplicazione della personalità civile. È, in definitiva, uh problema di educazione che deve risolversi nei modi più lati di un'azione .culturale. Ora, se non può dirsi ingiustificato lo scetticismo per ogni intervento dello Stato, e cioè dal,l'esterno delle strutture locali; se spesso la presenza <li « apostoli » non cancella quel << disamore » di cui tanto parlano Levi e Scotellaro; se l'impossibilità di un dialogo è resa ancora più totale dàlla mancanza di un linguaggio umano, ogni tentativo di stabilire un . rapporto concreto, ogni azione capac~ di creare un interesse alle sorti e ( 11 ) R. Musatti, La vz·a del Sud, 1955 p. 120. , [113] Biblioteca Gino Bianco

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