Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

I e spregiudicata visione della misura umana in cui si risolve una c-0munità che, come afferma Adriano Olivetti, « è definita dalla limitata possibilità· che è a disposizione di ogni persona per contatti sociali. Un organismo - egli continua - è armonico ed efficiente soltanto quando gli uomini preposti a determinati compiti possono esplicarli mediante contatti diretti. Tutti i problemi, in una comunità, entrano in limiti semplici e facilmente controllabili: il raggiungere in campo sperimentale un reparto autonomo di una officina... è possibile usando mezzi umani o naturali. >> ( 5 ). Mentre sul piano economico la socializzazione dei beni di produzione industriale e la cooperativizzazione delle attività agricole costituiscono gli scopi che si propone il Movimento, anche se una loro completa realizzazione resta ancora lontana, le esperienze urbanistiche (e basterà ricordare il complesso lavoro per il piano reg.olatore di Ivrea) sono certamente notevoli benemerenze, oggi che da tante parti sembra negarsi ogni rilievo ad esigenze che sono poi espressioni di una più civile condizione dell'uomo. Tutto questo è innegabile, anche se la linea politica del Movimento non può trovarci in tutto consenzienti. A parte i motivi di questa nostra perplessità, non possiamo non restare favorevolmente imp,ressionati da una attività che assume forme sempre più evolute e complesse; si pensi che dt1rante l'anno 1955-56 in 62 centri del Canavese si son.o avuti 45 corsi di cultura per un totale di 1479 lezioni; 77 c-onferenzieri e insegnanti hanno tenuto 159 conferenzel e, infine, sono stati presentati 144 film. Laboratori di enologia e scuole p.opolari permanenti completano un quadro veramente esemplare (6 ). Ma quel eh-e è piu im·porta.nte è che, gradualmente e sempre con maggiore intensità, si creino, nella ·base associativa, diffusi fermenti autonomistici, incoraggiati da una larga politica della Segreteria centrale. Nell'affermarsi di questa coscienza, i dirigenti di Comunità vedono il massimo fine del Movimento, la garanzia più sicura di µna Comunità concreta. << Se - osserva il Meister - la combinazione fra una struttura a base democratica come quella dei centri e una centra- ·( 5 ) Società, Stato, Comuni.tà p. 12. ( 6 ) Cfr. Deux ans de travail culturel dans les Centres Comunautaires du Canavese. (Documenti n. 1O, a cura del Centro di Sociologia della Cooperazione, Ivrea 1957). [109] Biblioteca Gino Bianco ,,

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