.. Comunale, poi far puntualmente la loro apparizione nelle liste del PMP, Il sacrificio della bandiera non deve essere costato molto a tanti « indomiti cavalieri dell'ideale>>. Non deve meravigliare, quindi, che il MSI abbia rDccolto a mala pena, alle elezioni del 27 maggio, la quinta parte dei suffragi che Lauro gli aveva tolto alle amministrative. Il PNM è stato addirittura fagocitato. Meno evidenti, ma altrettanto gravi, sono le ripercussioni del « laurismo » sull'elettorato del partito liberale, che ha subito perdite a favore della DC, ma anche a causa della presenza di un concorrente spregiudicato come il PMP, che trovava ascolto e credito in quegli ambienti industriali e imprenditoriali cui intendeva rivolgersi il partito di Malagodi, a Napoli ritenuto dagli stessi ambienti non sufficientemente di destra. DC e PCI - com'era del resto da prevedere - sono quindi i due partiti che hanno assorbito la massa degli elettori sfuggiti al PMP.Ma il processo della distribuzione dei voti già laurini tra i due maggiori partiti italiani, che ha contraddistinto le ultime elezioni, a Napoli non è stato uniforme per tutta la città e per tutti i ceti. Per questo non sempre il PCI e la DC - pur guadagnando voti - hanno nuovamente raggiunto le po- . sizioni del '53. Ciò si è verificato in molte sezioni; ma è lecito ritenere che lo spostamento di voti dal PMP verso i democristiani ed i comunisti sia soltanto incominciato. Comunque sin da ora, risulta evidente che la DC ha conquistato i suoi voti soprattutto negli ambienti borghesi. I voti « sottoproletari)) perduti dai monarchici laurini sono andati divisi tra DC e PCI; il successo conseguito dalla DC a Soccavo ed a Pianura prova invece che il voto dei contadini, anche a Napoli, va di preferenza alla DC, e questo è un fenomeno su cui il « !aurismo >) come mito e forza politica in declino ha scarsa influenza. I comunisti sono riusciti a mantenere a Napoli le posizioni del '53, neutraiizzando la crisi che ne aveva sconvoltò i quadri dirigenti alla fine del 1956, soprattutto grazie ai progressi realizzati nei quartieri popolari e sottosviluppati. Ma nelle altre zone della città, il PCI è in regresso rispetto al '53 : se al Vomero ha potuto conservare i propri suffragi, non così è avvenuto nelle sezioni di via dei Mille, mentre sintomatico appare il comportamento dei quartieri operai, dove i comunisti hanno dovuto registrare flessioni anche forti. Un generale sensibile progresso realizza nel '58, salvo qualche spora- [99] Biblioteca Gino Bianco
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