Nord e Sud - anno V - n. 47 - ottobre 1958

nare coi piedi sulla terra: dire a quelli [Mendès-France, ecc.] che vogliamo «vedere>>, come al polcer ». E quando Alain de Serigny disse: «vedo>>, la sinistra democratica francese rivelò il proprio «bluff». L'abilità politica di de Serigny è consistita nell'immediatezza con la quale ha ,compreso che, sorpresi gli avversari, inermi e privi delle _carte che essi avevano così a lungo minacciato di scoprire, era giunto il m~ mento decisivo. Ma, tutto sommato, iche cosa intendeva il direttore del1 'E c ho d' Alger per « momento decisivo >>? Ora si parla di «rivoluzione» e si tende a far credere che tutto ciò che è a,ccaduto era stato previsto e vo-- luto e che non si ebbe paura di ciò che si stava preparando. Gli obiettivi dell'estrema destra francese erano relativamente modesti: nessuno dei protagonisti del 13 maggio ebbe lontanamente la sensazione di stare per sconvolgere la Francia. Tutto sommato, l'estrema destra tentava un'operazione che, dal tempo della guerra d'Indocina, le era più volte riuscita. La maggiore decisione, la brutalità, anzi, 1con la quale si agiva tra la fine di aprile e i primi di maggio nascevano non da un sentimento di forza accresciuta, ma da una circostanza che aveva creato una convergenza di interessi immediati con gli esponenti dell'esercito d'Algeria. La circostanza si era verifì,cata 1'8 febbraio, col bombardamento del villaggio tunisino di Sakiet-Sidi-Yussef. Il bombardamento era stato voluto effettivamente dagli uomini di Algeri, preoccupati dalla politica moderata che Burghiba aveva inaugurato nei confronti della Francia,; ma il Ministro della Difesa ne era al corrente, e, tenendo i propri colleghi di governo nell'ignoranza, aveva lasciato fare. Nonostante ciò, gli stati ,maggiori vissero giorni di forte inquietudine: la stampa, il parlamento, l'opinione ·pubblica mondiale protestavano; l'esercito si trovava sotto a,ccusa. Per un momento il presidente del Consiglio Gaillard ·pensò di sconfessare l'operato dell'esercito, ma la solidarietà che dai gradi inferiori fino al capo di stato maggior generale, Ely, univa tutti i settori dell'esercito nel pretendere che il governo non dissociasse le proprie responsabilità da quelle del corpo di spedizione in Algeria, costrinse Gaillard a tenere, di mala voglia, e forse consapevole del proprio suicidio, l'atteggiamento ambiguo che lo condusse appunto alla rovina. Ma, mentre si sviluppava la singolare vicenda dei buoni uffici angloamericani, che dovevano avere l'assurda e quasi incredibile conseguenza [8] Biblioteca Gino Bianco

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