Nord e Sud - anno V - n. 46 - settembre 1958

\ Di ciò si è resa conto fin dall'inizio la direzione fanfaniana che ha sentito il bisogno di stabilire una compkssa procedura per la scelta dei candidati, al fine di garantire una posizione di preminenza ai quadri poli- • tici ed evitare quell'accordo ai vertici, sollecitato dalle organizzazioni collaterali e dai gruppi di pressione ideologica, accordo che avrebbe indebolito l'apparato di fronte allo schieramento elettorale e politico cattolico. ( 6 ) L' << operazione liste » si chiudeva, crune a noi sembra, con un successo per l'apparato del partito democristiano. Ma alle organizzazioni collaterali che tendono a costituirsi come centri politici él!Utonomi,spesso in aperto contrasto con la linea ufficiale del partito, rimaneva la possibilità di appellarsi direttamente all'elettorato e di condurre l' << operazione preferenze» che, col sistema vigente per le elezioni della Camera dei deputati, consente ai gruppi di pressione di influenzare gli elettori pro o contro i singoli candidati di uno stessopartito, di intervenire quindi nella formazione della rappresentanza parlament~e per determinare le scelte gradite. Le speranze di rivalersi sul partito di fronte al corpo elettorale non erano nemmeno sottaciute, prima e durante la campagna, dai maggiori pressure groups dello schieramento cattolico. Prescindiamo qui da quella clamorosa manifestazione di intervento delle gerarchie ecclesiastiche a favore di tutto il partito democristiano che è stato l'appello dei Vescovi; essa va ben al di là dell'episodica e del problema del comportamento dei gruppi di pressione, e pone ·ben altri problemi sia di natura giuridica che politica~Ma non si può non fare un cenno di quelle manifestazioni che possono ricondursi al tema di ~ui ci stiamo occupando. Non v'è dub:bio che l'organizzazione cattolica più attiva sia nell'in- ( 6 ) L'on. Fanfani, conversando con i giornalist~ il 4 febbraio scorso (cfr. La Stampa) ammise, nel momento stesso in cui cercava di minimizzarla, l'esistenza di manovre di condizionamento messe in atto dalle organizzazioni fiancheggiatrici. <<Uomini cattolici, appartenenti alla ACLI o ad altre organizzazioni - egli disse - aspirano ad assumersi responsabilità nel campo legislativo e molti hanno dimostrato di avere elevate· capacità per farlo. Perché mai dovremmo privarci della loro collaborazione? lo avrei motivo di stupirmi il giorno in cui questa coLlaborazione mi fosse negata. Non lo dico solo per le ACLI, ma anche per i· sindacalisti, i coltivatori diretti e così via>. Ma nel porre così la questione era già manifesta la tattica che egli intendeva . seguire per ridurre il prezzo della collaborazione che gli veniva <<offerta>>. [43] Biblioteca Gino Bianco I

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