• stata così accesa nelle precedenti elezioni, è stata assai moderata, le grandi mobilitazioni di piazza sono state molto meno numerose di una volta e sono state fatte, evidentemente, per onore di firma. Si è svilup·pata, in compenso, la propaganda svolta capillarmente, quella che gli inglesi chiamano la propaganda sull'uscio di casa, e soprattutto quella che noi chiameremo <<indiretta», non fatta, cioè, direttamente dai partiti, ma da quei corpi intermedi che si situano tra i partiti e l'elettorato: non ultima delle ragioni dell'insuccesso dei partiti minori, ci sembra, è stata proprio la loro impos-. sibilità, per ragioni bené spesso materiali, di mobilitare le miriadi di attivisti necessari per la propaganda ca1 pillare e la loro incapacità a disporre di quei corpi intermedi che hanno provveduto alla ~obilitazione indiretta ·dell'elettorato. Ma appunto queste considerazioni - che ,rorrebbero sollecitare un'analisi approfon,dita delle nuove tecniche di propaganda - ripropongono il ,problema delle limitazioni legislative della propaganda medesima: è ormai evidente che la legge del 1956 è insufficiente. Non basta limitare lo spazio dèlle affissioni murali, poiché questa è diventata una delle ' voci ' meno rilevanti dei bilanci dei partiti nella stagione elettorale; occorre fissare, come negli Stati Uniti, un massimo di spesa dei partiti o, come in Inghi!terra, ·un massimo di spesa individuale dei candidati, che non si possono. superare senza an·dare incontr.o a pene severe. Se scopo della limitazione delle affissioni murali non era quello, pur non disprezzabile) di evitare che le città fossero carnevalescamente tappezzate, ma l'altro di sta1 bilire una sorta di uguaglianza di tutti, ricchi e poveri, innanzi alla competizione elettorale, occorre eliminare tutte le altre disuguaglianze, per quanto è possibile farlo senza violare le li1 bertà stabilite dalla carta costituzionale. Parimenti, il perpetuarsi di accese contese pei voti di preferenza e le escogitazioni dei grandi partiti, dei partiti cioè con forti apparati, per controllarli, suggeriscono un regolamento della questione diverso da quello attuale. E poiché rutti i disegni di ritorno al collegio uninominale paiono astratti e senza sens.o; e poiché eliminare del tutto le preferenze e quindi ricorrere a <<liste bloccate >> aggraverebbe quell'eccesso di potere degli apparati di partito che si vorreb·be attenuare, non sem,bra esistere altra s0111zione possibile che quella, dalla nostra rivista già un'altra volta indicata, di ridurre ad una sola unità il numero delle preferenze di cui cia·scun elettore può disporre. A questo mod,o, come appunto si fece osservare in [26] Biblioteca Gino Bianco
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