Nord e Sud - anno V - n. 46 - settembre 1958

avanza nelle provincie cattoliche ( + 0,5 %), regredisce lievemente nel1e provincie rosse (-0,2 %), ma avanza, sia pure lievemente, nel Mezzogiorno continentale ( + 0,1 %) ed insulare ( + 0,3 %). Ma se si confronta il 7 % dei collegi più industrializzati col 2,6 % delle provincie meridionali o col 2,7 % delle isole, si vede subito come solo nel Centro-Nord il PSDI riesca a tenere percentuali superiori a quella nazionale e come cada precipitosamente nel Sud. Per questo il dato più interessante e che a tutta prima suscita maggiore meraviglia è la stabilità del partito nel triangolo industriale: che su poco ·meno di cinquecentomila voti nuovi i socialdemocratici non siano riusciti a guadagnare se non i voti che consentivano loro di mantenere la percentuale del '53, che nello scambio di voti cui s'è accennato tra PSI e PCI e nelle condizioni di stasi del blocco dei partiti di estrema sinistra essi non abbiano trovato modo di inserirsi, è un fatto che preoccupa e insieme stupisce. D'altro canto i lievissimi aumenti registrati nel M·ezzogiorno continentale ed inS'ulare, in regioni cioè in cui, come s'è visto, si sono avuti rilevanti spostamenti nell'elettorato e forti incrementi di altre forze poli... . tiche, non sono sufficienti a testimoniare che il partito a!bbia dato inizio ad un processo di solido e largo impianto nel Sud. Anche qui, dunque, tendenza alla concentrazione dei voti in un sol gruppo di regioni, e nell'insieme tendenza a restar fermo sulle posizioni precedentemente acquisite. Certamente il PSDI ha subito il contraccolpo della fortuna del PSI, ha dovuto scontare le conseguenze di una polemica assai aspra anche ·da S"ettori democratici dello schieramento politico nazionale oltre che dei contrasti interni e dell'incertezza di direzione mostrata nell'ultimo anno ·prima delle elezioni, ha pagato, infine, per il- s1 uo finora irrilevante impegno meridionalistico. Pure, è un fatto che esso appare stabilizzato su una ·percentuale nazionale (4,6 %) appena superiore a quella del 1953 (4,5 %) e parecchio lontana dalla percentuale del 1948 (7,1~/~),del momento cioè della maggiore pressione democristiana nel paese; è un fatto che esso non ha mo- .strato capacità di imporre all'elettorato una sua ·propria tematica e di richiamarne l'attenzione. Guardando ai risultati del PSDI e dell'alleanza radical-repubblicana si può dire che il centro-sinistra è restato immobile sulle posizioni del '53, le quali· segnavano un netto regresso rispetto al 1948, proprio come l'esiguo aumento del PLI in una situazione di crisi per le destre ha rivelato la relativa immobilità sul centro-destra. Se quest'ultimo fatto era agevolmente prevedibile, lo stesso non può dirsi del primo: la [23] Biblioteca Gino Bianco '

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